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Musica nel buio

Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film

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FABIO1971

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Musica nel buio

di FABIO1971
6 stelle

"Quelli che non hanno l'amore che cosa possono fare?".
"Tutti trovano l'amore"
.
[Birger Malmsten e Mai Zetterling]

Il giovane Bengt Vyldeke (Birger Malmsten), che a causa di una grave ferita subita durante un'esercitazione militare è diventato cieco, trascorre l'inverno in campagna dagli zii Beatrice (Naima Wifstrand) e Augustin (Åke Claesson), accudito amorevolmente dalla sorella Agneta (Bibi Skoglund). Poichè la zia gli ha insegnato a suonare il pianoforte, è proprio a Bengt che propongono, a causa di un malanno del sagrestano, di sedersi davanti all'organo della chiesa per la cerimonia funebre del padre di Ingrid (Mai Zetterling), una ragazza appena rimasta orfana. Le traumatiche esperienze che hanno travolto le loro vite avvicinano pian piano i due giovani: tra loro nasce subito un'amicizia cordiale, nutrita dalla reciproca comprensione e da una complicità che potrebbe ben presto trasformarsi in amore. Ingrid proviene da una modesta famiglia di contadini e lavora come cameriera nella pensione della signora Lovisa (Hilda Borgström). Sogna ad occhi aperti il suo futuro: "Il giardino della conoscenza è aperto a tutte le classi sociali: uno dei diritti che lo Stato riconosce e assicura ai cittadini, a qualsiasi classe appartengano, è quello dell'istruzione. Devo essere una persona istruita, che sa parlare bene, se voglio evitare l'umiliazione di vedermi messa da parte". Ma è proprio quello che accade: "Secondo me sarebbe una buona moglie", osserva la zia Beatrice con Bengt, che le risponde senza sapere che Ingrid sta ascoltando la conversazione. Le sue parole ("Ti ringrazio, che idea premurosa! Posso aspirare alla mano di una donna di servizio, quindi") le spezzano il cuore: l'idillio si è dissolto ai primi tepori primaverili, i due ragazzi si separano. Dissolvenza. Una didascalia annuncia un balzo temporale: l'Accademia di Musica di Stoccolma. Bengt non ha superato l'ammissione e ora è in cerca di un lavoro: risponde a un annuncio su un giornale e si presenta al signor Kruge (Douglas Håge), che lo assume come pianista nel suo ristorante, provvede a trovargli una sistemazione in affitto e anche un giovane aiutante che lo guidi negli spostamenti cittadini e provveda alle sue necessità. Il ragazzo, però, lo deruba di nascosto e Kruge costringe Bengt a mettere a tacere l'episodio. Disgustato, lascia il suo impiego e inizia a lavorare come accordatore di pianoforti in una scuola per ciechi. Il direttore musicale dell'istituto, il signor Hedström (Sven Lindberg), che ha ammirato il suo talento, gli propone un'allettante opportunità:
"Organizzo ogni anno un corso di musica sacra".
"E a che cosa servirebbe?".
"Beh, a diventare organista col diploma inferiore, che permette di trovare lavoro in una parrocchia di campagna".
"Mi piacerebbe: un lavoro fra persone semplici, nella tranquillità della campagna, ma non so se sia giusto che io lo faccia".
"E perchè mai?".
"Non sono religioso".
"Dove c'è un prete devoto, il sagrestano è ateo, o addirittura il contrario"
.
Bengt, comunque, rifiuta la proposta del signor Hedström: poi, una sera, riconosce in strada la voce di Ingrid, anch'essa a Stoccolma per studiare. Per la prima volta dal giorno in cui si sono separati hanno la possibilità di confrontarsi, ritrovando subito l'intimità di un tempo: "Per me contavi molto, me ne sono accorto dopo", confessa Bengt a Ingrid nella speranza di risvegliarne i sentimenti. Poi si salutano con la promessa di rivedersi, nonostante Ingrid abbia avviato una relazione con un suo compagno di studi, Ebbe (Bengt Eklund), con cui vive insieme da qualche mese: la presenza di Bengt, però, riesce a minare a poco a poco la serenità di quel legame e lui e Ingrid possono finalmente lasciar divampare le fiamme di passione del loro amore. Si sposano, con pochi soldi (la borsa di studio per lei, il sussidio per i ciechi e un piccolo prestito per lui) e senza un lavoro, ma felici, avvinghiati soltanto alla giovanile impetuosità dei propri sentimenti. Dopo la cerimonia partono verso il loro futuro:
"Se vuoi puoi ancora scendere".
"È troppo tardi, il treno è già in corsa".
"Senti come cantano le ruote?".
"Il mio cuore batte più forte. Bengt, è proprio vero che stiamo finalmente fuggendo insieme?".
"Certo! E non su di un treno qualsiasi".
"No, infatti stiamo volando"
.

Musica nel buio, quarta regia di Ingmar Bergman, la seconda nel 1947 dopo il precedente La terra del desiderio, pesantemente condizionata dalle ingerenze del produttore Lorens Marmstedt, costituisce il primo, sospirato (seppur modesto) successo di pubblico del regista svedese. La vicenda, tratta dall'omonimo romanzo (1946) della scrittrice Dagmar Edqvist (racconta Bergman: "Lessi il romanzo: lo detestavo e decisi di spiegare a Lorens come mi sentivo. Lui mi rispose che non aveva alcuna intenzione di affrontare qualche altra proposta. Alla fine ci accordammo per andare insieme a parlare con Dagmar Edqvist: si rivelò una donna adorabile, divertente, calorosa e intelligente. Anche molto femminile e carina. Mi arresi e scrissi la sceneggiatura insieme a lei"), profondamente debitrice, per scelte stilistiche della messinscena e toni drammaturgici adottati, alle forme impetuose del melodramma psicologico in voga nel cinema svedese dell'epoca, affronta la maggior parte delle tematiche cardine nella filmografia dell'autore: religione, amore e malattia (anzi, redenzione, attraverso l'amore, dalla sofferenza, come in La terra del desiderio), erotismo (il dito di Bengt afferrato dalle labbra di Ingrid), disagio giovanile, istruzione e lavoro ("Un incoraggiamento allo studio è un valore puramente formale, infatti non garantisce un lavoro"), tutte già esplorate da Bergman sin dal suo esordio alla regia ma ancora al centro di una messa a fuoco essenzialmente epidermica: rispetto a Crisi, ad esempio, Musica nel buio si rivela opera meno ambiziosa e sicuramente più accomodante nei riguardi dei gusti del pubblico, a cui viene concesso un inaspettato nudo femminile, i palpiti di una storia d'amore tormentata e addirittura una gag esilarante (Bengt e il suo giovane aiutante alle prese con la maniglia di una porta), oltre ad alcune sequenze ad effetto (l'incipit, con la celebre sequenza delle mani che trascinano il corpo di Bengt nel fango della palude, il funerale del padre di Ingrid). Trascinato dalla freschezza e dalla vitalità dell'interpretazione della star Mai Zetterling, incorniciato nel suggestivo bianco e nero della fotografia di Göran Strindberg, Musica nel buio risente indubbiamente delle evidenti tribolazioni realizzative, dei dissidi tra Bergman e Marmstedt e dell'ancora in fieri maturità artistica del suo autore, ma sarà proprio grazie a questo film che la carriera di Bergman subirà una prima, fondamentale svolta: la Svensk Filmindustri, infatti, gli commissionerà due sceneggiature per Gustaf Molander (La furia del peccato e Eva) e poi gli affiderà la regia del successivo Città portuale.

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