Regia di Juan Antonio Bayona vedi scheda film
L’ultimo film di Bayona (già autore del bellissimo “The Orphanage”) si regge su un debole equilibrio; quello tra la prima parte (stupefacente) e la seconda (fiacca).
I primi quaranta minuti lasciano a bocca aperta: assistiamo sconcertati alla devastazione provocata dallo tsunami, restituitaci magistralmente sullo schermo grazie a un tripudio di immagini spettacolari, la cui realizzazione è accurata e studiata nei minimi dettagli.
Trascinante ed emozionante, ci lascia col cuore in gola e col fiato sospeso, facendoci provare sulla pelle il dolore e la paura vissuti dai protagonisti.
Poi arriva la seconda parte, ambientata quasi interamente nell’ospedale, e qui sembra che il regista, a corto di qualcosa da raccontare, abbia perseguito il mero intento di far scorrere lacrime facili cercando di tirare il film a quasi due ore di durata.
Commozione forzata e ricercato patetismo non giovano all’operazione, che perde di spessore nonostante due grandi interpreti come Naomi Watts ed Ewan McGregor.
Nel complesso si lascia guardare, ma è in parte un’occasione sprecata.
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