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Knockout - Resa dei conti

Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film

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La recensione su Knockout - Resa dei conti

di alan smithee
6 stelle

Steven Soderbergh ha il sentimentalismo e l'umanita' di un rettile: la mia non vuole in alcun modo essere un'accusa, una critica negativa, ma semplicemente un'osservazione dopo anni di visione puntuale ed interessata di (quasi) tutti i suoi numerosi film.
L'acclamato regista, come un variopinto, ammaliante serpente, incanta con la sua fama uno stuolo di star del cinema che si prostrano pur di far parte della sua prossima produzione, anche a costo di apparire in un breve ruolo da comprimari. Il cineasta poi cambia spesso pelle percorrendo quasi tutti i generi cinematografici fino ad ora tracciati da chi lo ha preceduto, affrontando progetti da mega-budget come opere autoriali fatte con tre soldi e molti concetti, sbagliando nulla o pochissimo e dimostrando un eccletismo certamente non comune. Manca solo una cosa nei suoi buoni prodotti: il cuore, il sentimento, come se ognuno dei molteplici suoi protagonisti (con una piccola riserva e parziale eccezione per Erin Broncovich) l'avesse rimosso, seguendo un calcolo che lo porta a divenire grande, a sopravvivere, ad andare avanti.  Poi ad un certo punto il nostro uomo di cinema, come un coccodrillo sazio del suo pasto, si commuove pure dei suoi spettatori talvolta interdetti e si convince a spiegar loro tutto, proprio tutto, delle spesso complesse vicende che ci racconta. Succede questo molto chiaramente in Contagion, ma anche in questo adrenalinico Knockout: thriller spionistico volutamente ingarbugliato in un va e vieni temporale che consente al regista di infarcire l'occhio dello spettatore di star molto note, difficilmente disposte in altri contesti a condividere assieme una scena. Inoltre, lo scaltro individuo deve aver pensato che attribuire il ruolo della dinamica protagonista alla solita Angelina Jolie gli sarebbe costato il doppio del budget previsto e avrebbe dovuto ricorrere ad un numero di controfigure e di stacchi di macchina decisamente piu' artificioso e meno naturale. Il bello del film e' infatti lo spazio (molto per fortuna) dedicato alle evoluzioni di questa non-attrice, campionessa di arti marziali (o qualcosa di molto simile); quando lotta, picchia, distrugge tutti 'sti uomini e' davvero grande e forse gli attori li picchia un po' davvero tanto sono realistiche le scene d'azione, senza stacchi e naturali come una coreografie: la gran donna, tracagnotta ma di muscoli, soda come una matrioska di porcellana, salta da tetti e palazzi, scavalca muri, prende pugni, ma li rende con gli interessi, e tutti coloro che hanno cercato di offenderla o eliminarla prima o poi avranno la loro meritata, dolorosa punizione . E pazienza se l'espressivita' di questa Gina e' paragonabile a quella di un Chuck Norris in gonnella: il regista ne e' ben cosciente e la fa parlare poco e agire molto.
Il film scorre bene, adrenalinico e assurdo come ognuno si aspetta, e tutte le spiegazioni che il Soderbergh si prende cura di fornirci non ci convincono lo stesso, ma non scalfiscono la nostra discreta impressione su un film di puro svago fatto da un grande, freddo, astuto e magnetico autore.

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