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Il villaggio di cartone

Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film

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La recensione su Il villaggio di cartone

di Baliverna
6 stelle

Non è brutto nel vero senso, perché si riconosce la mano di un regista degno di questo nome, ma secondo me ha molti difetti. Innanzitutto è troppo silenzioso. Tutti sono taciturni, troppo, anche in momenti drammatici o che richiederebbero parlare, spiegarsi. C'è chi non parla, appunto, e chi fa il filosofo in monologhi o in piccole lezioni di saggezza a tutti. Si può dire che Olmi non si ispira a Tarkosvskij e a Bresson, ma li imita, e quindi non produce un buon effetto. Il monologo dell'immigrato disteso con lo sguardo in macchina è preso di peso da "Stalker". Tra astrazioni, silenzi, monologhi, sguardi muti e rassegnati, e pieni di sofferenza, il film perde di forza drammatica e fallisce secondo me in uno dei suoi scopi: rappresentare il dramma degli immigrati africani che arrivano in Italia.
Certo, la pellicola non è solo questo. Nella dismissione della chiesa che diventa rifugio di clandestini si può ravvisare secondo me un discorso sulla perdita della fede (che deve aver colpito il regista) e su un possibile riciclo degli edifici sacri che hanno perso fedeli. Forse - sembra trapelare dal film - ora che non si riesce più a credere, e visto che "non serve la fede per fare del bene", tanto vale riutilizzare le chiese abbandonate dai fedeli per aiutare gli immigrati o per altre opere di bene. Svuotata la fede di contenuti e di senso, Olmi si chiede se non sia il caso di lasciar perdere Dio e mettersi a far del bene per conto proprio.
Quanto agli attori, Michael Lonsdale (il vecchio prete) si impegna, ma il suo personaggio non riesce ad essere veramente incisivo, non so se per colpa sua o di sceneggiatura e regia. Quello che invece lascia il segno, nonostante la sua breve apparizione, è Alessandro Haber nella parte antipatica del capo della squadra anti-clandestini. Quanto a questi ultimi, sono troppo filosofi e ragionatori, ermetici e inafferrabili per assumere la consistenza di persone reali che hanno appena attraversato il Mediterraneo. Tre stellette, perché non è un filmetto mediocre, ma mi ha lasciato insoddisfatto e mi ha infastidito in più punti.

Cosa cambierei

Ma avrei inquadrato un po' la chiesa da fuori!!! Ho atteso inutilmente l'inquadratura per tutto il film, chiedendomi perché mai il regista non abbia voluto farla. Avrei filmato un po' il circondario per capire dove siamo e per dare un po' di concretezza all'ambientazione, o semplicemente anche perché la curiosità vuole la sua parte.

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