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Il villaggio di cartone

Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film

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La recensione su Il villaggio di cartone

di alan smithee
8 stelle

Ermanno Olmi e' un pacato e sereno uomo gentile, ora anziano ma piu' che mai vitale, che ha ormai da tempo capito i veri valori della vita e che ogni volta, nel volersi accomiatare dal cinema narrativo, che cosi' magistralmente ha saputo arricchire le nostre menti di spettatori, ci fornisce un ultimo (ma speriamo davvero di no anche stavolta) lucido sguardo sulla condizione dell'umanita nel suo eterno antagonismo tra i molti soppraffatti ed in poverta' e i pochi oppressori che nuotano nell'opulenza. Tra le mura spoglie, spigolose e fredde di una chiesa povera appena sconsacrata, frutto di quella edilizia ecclesiastica di dubbio gusto che ha contribuito ad abbruttire molte periferie italiane ma nello stesso tempo a dare solidarieta' ai piu' reietti della societa', un vecchio prete malato e oppresso dall'angoscia trova la forza e il riscatto dando rifugio in una notte di tempesta ad un gruppo di profughi in fuga per una nuova vita. La cinepresa si sofferma a lungo sui volti stanchi, feriti, spaventati e meravigliati dei fuggiaschi, che trovano in quello spazio apparentemente cosi' freddo il calore di una ospitalita' e di una tolleranza che fino a quel momento non conoscevano.
Accerchiato da un mondo che non e' disposto a scendere a compromessi ma solo ad andare avanti in nome di un progresso mosso da propositi unicamente lucrativi, il prete non si arrende e trova la forza di confidarsi con un medico giunto in soccorso dei feriti, un uomo scettico e senza fede al quale il religioso confida alcuni intimi episodi della propria gioventu: di come un intenso sguardo femminile fece vacillare la propria salda fede molti anni prima; e allora il vecchio si domanda come mai Dio fornisce all'uomo una tale potenza di sentimenti, se poi quest'ultimo e' costretto a trattenerla e a cancellarla a costo di una immane sofferenza. E' uno dei tanti quesiti che l'Olmi uomo di fede, ma anche uomo intelligente e curioso osa porsi, senza accettare acriticamente i dogmi di una chiesa che spesso non riesce piu' a vivere al passo con i tempi malati di progresso e crescita insensata.
Grande film, opera lucida ed intensa, interpretata da un grandissimo Michael Lonsdale, attore vecchio da sempre e spesso protagonista di performance di alto livello, anche se raramente cosi' intense e vitali.

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