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Cani di paglia

Regia di Rod Lurie vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Cani di paglia

di alan smithee
4 stelle

Remake non richiesto del famoso film di Sam Peckimpah del '70 in cui lo spettatore assisteva incredulo, avvinto da una tensione crescente, alla metamorfosi del mite professore Dustin Hoffman in una belva ferita ed umiliata che risponde alla violenza con una violenza ancora piu' efferata. Il tutto in una escalation di suspence che aumenta con progressione geometrica man mano che la pellicola si sviluppa fino all'epilogo di sangue e vendetta. come strumento di soluzione inevitabile quando la giustizia diventa un affare privato da regolare con la forza della sopravvivenza.
Qui invece, in questo scialbo inutile rifacimento tutto e' costruito per irritare (lo spettatore) e scatenare la follia della vendetta secondo un congegno ad orologeria che pare troppo costruito a tavolino al fine di rispettare i ritmi del thriller d'azione e annullare i tempi morti che non giovano ad un pubblico da dvd noleggiato per un sabato sera da popcorn e spensieratezza.
Peccato che sempre piu' spesso non si riservi il doveroso rispetto nei confronti dei capolavori dei nostri maestri del passato, riproponendo il succo senza costrutto di una storia cosi' ben raccontata altrove da un signor regista, qui invece ridotta ad una mera escalation di violenza cosi' ben calibrata, puntuale e prevedibile da creare solo forte irritazione (vedi il personaggio gretto e nauseante di James Woods e della figlia teenager ninfomane e lolita che importuna il matto del villaggio, o la fine cosi prevedibile che fa il povero gatto della protagonista). James Marsdsen, da sempre un bello conclamato, non ha il fisico sufficientemente anonimo e trascurato per ricordarci, anche solo vagamente, il personaggio interpretato da Hoffman, l'omino medio qualunque che si trasforma in una belva, con una determinazione ed un crescendo di cattiveria e follia che in questo film sembrano una normale routine e la naturale conseguenza di un torto gratuito subito da una banda di pazzi scriteriati grezzi e anche mezzi rincoglioniti nella follia dei loro gesti privi di costrutto. Alexander Skasgard, figlio dell'ottimo danese Stellan, e' un ragazzone gigantesco come non lo avevo mai notato in precedenza nel paio di film in cui mi ci ero imbattuto (tra cui lo sposo usa e getta di Melancholia) e sembra piuttosto il tipo ideale solo per girare il remake del gia' micidiale Rocky 4 nei panni di un nuovo Ivan Drago-Iotispiezzoindue - (se mai ce ne fosse la necessita', visto che di rifacimenti improponibili stiamo parlando, con il solo enigma di come intitolarlo - forse Rocky 4x2=8). Davvero una banale perdita di tempo, un film letteralmente usa e getta che non rende gloria al suo fantastico originale, ne' fa una buona pubblicita' ad un cast non certo mediocre, ma certamente utilizzato al di sotto delle rispettive potenzialita'.

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