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Il cammino per Santiago

Regia di Emilio Estevez vedi scheda film

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GARIBALDI1975

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La recensione su Il cammino per Santiago

di GARIBALDI1975
8 stelle

Una delle più famose mete di pellegrinaggio cristiane nel mondo è Santiago de Compostela in Spagna . Secondo la tradizione  è il luogo di riposo dei resti di San Giacomo (il Maggiore ), uno dei dodici apostoli di Gesù . La strada che conduce ad esso è lunga 800 Km, chiamata il Cammino per  Santiago, viene percorsa ogni anno da migliaia di pellegrini . Scrittore / regista / attore Emilio Estevez, desiderava da tempo fare un film sul "cammino" , dopo che suo padre, Martin Sheen, e suo figlio Taylor Estevez lo avevano percorso sul serio.  Pertanto, è giusto che i due siano stati coinvolti nella realizzazione del film. Si vede subito che è un film fatto con amore .

 

 

         Un cenno sulla trama ... Tom (Martin Sheen), è un oculista americano, arriva a St. Jean Pied de Port, in Francia, a raccogliere i resti (le ceneri) di suo figlio adulto Daniel (Emilio Estevez), morto sui Pirenei in una tempesta mentre percorreva a piedi il Cammino per Santiago.Spinto dalla sua tristezza e dal desiderio di capire meglio il figlio, Tom si imbarca sullo storico percorso di 800 km di pellegrinaggio, armato con lo zaino del figlio e un libro di guida turistica, dai Pirenei francesi a Santiago de Compostela nel nord-ovest della Spagna, vicino all'oceano. Lungo la strada incontra alcuni altri pellegrini: un olandese sovrappeso (Yorick van Wageningen), una incallita fumatrice canadese (Deborah Kara Unger) e uno scrittore irlandese, Jack (James Nesbitt) con il "blocco dello scrittore". Ognuno ha una ragione per fare il viaggio. Nella dinamica di gruppo questi quattro imparano ad accettare le proprie debolezze e ad aprirsi agli altri.

        

 

         E' l'ennesimo film sulla esplorazione del rapporto padre-figlio. The Way (questo è il titolo originale, secondo me più opportuno rispetto alla scelta italiana, scontata quanto inadeguata)  è la storia degli sforzi -tardivi- di un padre per avvicinarsi alla memoria di suo figlio dopo la sua morte accidentale. E' un percorso interiore (oltre che fisico e reale) di scoprirlo e conoscerlo più chiaramente in retrospettiva. E' una storia su come migliorare la relazione con i propri consanguinei. E' una metafora tutta'altro che religiosa.

 

 

         Il film raffigura quattro persone che hanno qualche debolezza e che desiderano esorcizzarla con questi 800 km di pellegrinaggio. Non aggiungono nulla alla storia di Tom e suo figlio. Il risultato è un mix di un diario di viaggio un pò indistinto, ma sentimentale.  Martin Sheen interpreta al meglio di se, mostra il suo lato migliore come padre austero e inavvicinabile che lentamente si sta aprendo al mondo per comprendere meglio il figlio deceduto. Si tratta di un gruppo credibile di persone che interagiscono tra loro in modo naturale . Ognuno di loro ha lo spazio per raccontare la propria storia e trovare la risposta al proprio dilemma.

 

 

         E' un bel road movie, una storia di redenzione, è un diario di viaggio, dove il viaggio è più importante del luogo di destinazione. Tom si libererà mentalmente della sua 'camicia di forza', o almeno pensiamo che lo faccia. E' un film poco esigente e spesso interessante a livello culturale; un film rilassato e rilassante, anche se un pò malinconicoLa bella campagna francese e spagnola (per certi versi ricordano le nostre colline, che forse sono anche più belle) rendono il film una gioia per gli occhi. Per me è meglio non perderlo, perchè ha molti aspetti che ci danno interessanti spunti di riflessione.

 


         Voto: 7,5.

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