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Per sfortuna che ci sei

Regia di Nicolas Cuche vedi scheda film

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La recensione su Per sfortuna che ci sei

di ROTOTOM
6 stelle

Commedia francese labile e mediamente godibile, divertentella senza colpo ferire. Un prodottino estivo adeguato alla calura che permette di passare un’ora e mezza al fresco dell’aria condizionata dei multisala sorridendo sereni per una storiella semplice semplice, un po’ stiracchiata per arrivare ad una durata commerciale anche se tutt’altro che memorabile.

Storia di sfiga dura, quella di Julien che ha l’aura maledetta di quello che porta jella a tutte le donne che frequenta. Una jella nera che è però banco di prova per l’amore vero. Ovvero, è la principessa che deve superare la prova del drago menagramo per accapparrarsi l’agognato trionfo d’amore.

Julien dal canto suo , consulente matrimoniale di successo, che deve alla sua esperienza di fallimenti amorosi la fortuna sul lavoro, accetta la patente pirandelliana di portasfiga cronico che lo allontana dal genere femminile. Personaggi semplici, bidimensionali, come si conviene ad una commediola senza pretese, circondati da macchiette che lombrosamente trattengono nei tratti fisognomici le carattersitiche delle loro personalità. Quindi l’amica fedele un po’ dark e sognatrice che alla fine corona il sogno d’accasarsi con il bello e buono e bravo antieroe antagonista del protagonista. Il cattivo impersonato da un designer per il quale la dolce Joanna., clone dismesso  di Charlize Theron, lavora producendo più equivoci che progressi, che è gay come le macchiette dipingono i gay , svolazzante e antipatico, pallone gonfiato vero villain goffo e ridicolo.

Tutto prevedibile compreso il ribaltamento finale per un happy end doveroso dopo una serie di situazioni mediamente comiche, mediamente divertenti, mediamente originali. Non c’è vera cattiveria nelle conseguenze della sfiga emanata dal protagonista, non si calca la mano su nessun aspetto della storia rimanendo sulla superficie di un piccolo divertimento da situation comedy.  Abbastanza anonimi gli attori principali, incapaci di dare vera forza alle intenzioni e una caratterizzazione decisa dei loro personaggi. Regia da compito in classe.

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