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Per sfortuna che ci sei

Regia di Nicolas Cuche vedi scheda film

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La recensione su Per sfortuna che ci sei

di mc 5
6 stelle

Commedia sentimentale senza grandi pretese che raggiunge lo scopo di far divertire, moderatamente, senza altre ambizioni. Forse è proprio quello che ci vuole per darsi una rinfrescata, in questi giorni in cui la calura hai suoi picchi e in cui il mercato cinematografico pare volersi reggere solo su due o tre roboanti blockbusters. Cosa chiedere ad una commedia basata sugli equivoci e sui paradossi, se non di essere briosa e frizzante? E questa pellicola lo è a sufficienza, senza aspirare a nulla di più che a un'oretta e mezza di sorrisi. Chi mi conosce sa quanta sia la mia devozione nei confronti del cinema francese in ogni sua categoria e forma espressiva. E, visto che di commedia andiamo a parlare, anche in questo settore i francesi hanno spesso sfiorato l'eccellenza. Pensiamo a film come "Una top model nel mio letto", "Giù al nord", "Il mio migliore amico", "La cena dei cretini"...Insomma il cinema francese è dotato di un proprio stile nel far ridere (o sorridere), improntato innanzitutto al garbo, alla frivolezza e all'assenza di volgarità. E dunque ho affrontato la visione con la predisposizione giusta, pronto a godere di un film delizioso. Ma non avevo fatto bene i miei calcoli. Non avevo considerato un dettaglio: si tratta in realtà di una co-produzione franco belga. E fra l'altro il film, pur dichiarando ambientazione francese, è stato girato in Belgio. Ora, io non conosco il cinema belga al punto di poter giudicare, ma mi sono fatto l'idea che sia proprio questa "metà belga" della produzione ad aver (come dire) leggermente abbassato quello che è il solitamente più alto standard della commedia francese. Non che io possa parlare di delusione, il film si fa seguire con simpatia e le gag riuscite non mancano...tuttavia il confronto con le sopra citate pellicole francesi risulterebbe impietoso. Si ride con piacere, ma con la consapevolezza che la caratura di  quest'opera è tutto sommato modesta. Il film è scritto piuttosto bene e le gag vanno quasi sempre a segno, ma si matura la percezione che si poteva fare molto di più. Soprattutto se si considera che alla base della vicenda c'è un'idea forte, anzi fortissima, e non si può non ipotizzare che se tale idea (che fra poco chiarirò) fosse stata sfruttata in maniera più intelligente (più fine e meno elementare), c'era materiale per sfornare "la commedia dell'anno". Il tema centrale è quello di un uomo il cui destino amoroso è perseguitato dalla sfortuna. Non è la prima volta che al cinema vediamo personaggi iellati, ma è probabilmente la prima volta che questo tema è posto al centro della sceneggiatura e viene coniugato con le disavventure sentimentali del protagonista. Se vogliamo essere cattivi (nonostante il film -lo ripeto- sia nel complesso piacevole) possiamo notare che gli snodi narrativi a volte lasciano perplessi nella loro vaghezza logica: io, ad esempio, non ho afferrato questa continua interpretazione dei fatti giudicandoli, a corrente alternata, segnali di fortuna o di sfortuna, tant'è vero che alla fine la protagonista femminile ha una (discutibile) illuminazione, riconoscendo che l'uomo-sfiga in realtà le ha portato fortuna. Cose insomma  che si accettano anche perchè poi sono sostenure da buone gag, ma che se poi uno ci riflette qualche dubbio te lo lasciano. Tuttavia il film si fa apprezzare per quella amabile leggerezza di fondo che i francesi sanno manipolare con maestria, spesso coniugata con opportune dosi di ironia ad aggiungere quel sapore frizzantino che non può che giovare a commedie di questo tipo. Ho letto da più parti che questa commedia francese avrebbe subito la contaminazione delle tante commedie americane cui siamo ampiamente abituati. Io non lo credo, direi anzi che questo tipo di comicità leggera permeata d'ironia ha (per fortuna) ben poco a che vedere con la furba volgarità delle pellicole "stile Apatow" che oggi paiono orientare il mercato. Almeno qui al centro c'è un'idea forte, mentre in America gli sceneggiatori di commedie stanno davvero raschiando il fondo del barile, rimestando in uno stanco repertorio composto di bebè buffi che irrompono nella vita quotidiana oppure allegri equivoci su uteri in affitto o anche gruppi di amiche scatenate che si rivalgono sui maschi, e altre due o tre cazzate sempre quelle. La vicenda è quella di un "consulente di coppie" che spesso riesce ad evitare che i matrimoni altrui vadano in pezzi, ma che è invece un frana totale per quanto attiene alla sua vita sentimentale. Julien infatti pare avvolto da un'aura di sfortuna che fin dall'adolescenza lo condanna alla prematura interruzione di ogni rapporto sentimentale. Finchè non entra per caso nella sua vita la bella Joanna, donna piena di temperamento ed intelligenza che riuscirà a prendere il toro per le corna e ad affrontare di petto il problema. Anche lei dovrà subire le sfortune indotte dal suo Julien ma riuscirà alla fine a "guarirlo" e a neutralizzare la sua inclinazione alla negatività. Per la serie: "l'amore vince sempre". Come si vede, nulla di impegnativo ma per lo meno ci viene risparmiata la volgarità, felicemente compensata da brio e leggerezza. Non tutte le gag sono dello stesso livello, ma alcune sono davvero divertenti, tipo i flashback in cui Julien ci viene mostrato bambino e adolescente alle prese con le sue intraprendenti coetanee. Chiudiamo con un cenno al cast. E qui dobbiamo riconoscere i meriti della brillantissima Virginie Efira, gran bella donna, attrice spiritosa, creativa, espressiva...davvero una piacevole scoperta. Lo stesso non si può proprio dire di Francois-Xavier Demaison, che appare incolore, statico, poco espressivo, forse troppo rinchiuso nel suo personaggio di "ometto senza qualità". Concludendo: se uno s'accontenta di una garbata commedia senza pretese, si può vedere. Anyway, in piena estate abbiamo visto molto di peggio.
Voto: 6 e 1/2

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