Regia di Werner Herzog, Denis Reichle vedi scheda film
La follia dei bambini-soldato nella cornice ancora più folle della real-politica. Non c'è nulla di naturale o di utopico per i Miskito nel passare da amici a nemici dei Sandinisti. Gli indigeni del Nicaragua non conoscono il comunismo teorico ma riescono a praticarlo nelle loro piccole comunità di villaggio senza farselo imporre dall'esterno. In queste micro-realtà che si reggono su leggi non scritte si è molto vicini a raggiungere quell'equilibrio tra uomo e natura che fa scorrere la vita senza eccessivi traumi e senza eccessivi bisogni. Il contatto con l'esterno è sempre traumatico, l'armonia viene distrutta e con lo straniero arriva anche la violenza. La guerra distrugge i villaggi e distrugge l'innocenza dei bambini che vedono morire i propri cari. Dopo resta solo l'odio che rende troppo facile plasmare la mente di questi piccoli soldati, che vivono ormai solo per la vendetta. Il problema è che per loro non c'è scelta, la follia umana delle ideologie li costringe ad imbracciare un fucile più grande di loro senza nulla sapere del comunismo, dell'America o della guerra fredda. Per smontare il meccanismo bisogna guardare e conoscere il mondo nelle sue due dimensioni più importanti: il globale e il locale. Herzog sa guardare la storia attraverso la geografia, la sua globalizzazione, gia reale all'epoca, rispetta le differenze culturali anzi le ricerca come uno scienzato che non si vuole arrendere ai pensieri dominanti, sa che la follia della real-politica può essere superiore a tutte le altre, perchè mette l'economia prima dell'antropologia. Il suo sguardo è netto e pulito ma è soprattutto quello di chi non riesce ad accettare l'ostilità umana quando è influenzata da idee che mettono l'uomo in secondo piano sfruttandone il dolore e l'ignoranza.
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