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Melancholia

Regia di Lars von Trier vedi scheda film

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GiuliaIrenze

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La recensione su Melancholia

di GiuliaIrenze
9 stelle

Misterioso, suggestivo, elegante, angosciante. Questo film arriva dritto come un pugno allo stomaco ma senza la crudezza del precedente AntiChrist.

Qui il Gore cede il passo a riferimenti aulici, a citazioni artistiche, sicchè Melancholia è in primo luogo un omaggio alla pittura, dall'Ophelia di Millais a Il ritorno dei cacciatori di Bruegel. Il risultato, però, non è meno spietato: pur scegliendo un diverso stile espressivo, la ginefobia di Von Trier esplode sullo schermo in tutta la sua virulenza.

Come è noto, infatti, Melancholia fa parte - insieme al precedente AntiChrist e al successivo Nymph()maniac - della trilogia dedicata da Von Trier al mistero femminile, alle pulsioni erotico-distruttive della donna che diviene anche simbolo della Terra, della Natura, condividendovi la natura irrazionale, volubile, maligna e capricciosa.

Sono temi conosciuti già dai tempi del Malleus Maleficarum, ciò che colpisce invece è l'adattamento di un'idea antica al contesto attuale.

Qui la "strega" è semplicemente una donna depressa che rompe le convenzioni sociali. Arriva in limousine ma poi fa pipì nel campo da golf accovacciandosi sull'erba. Sorride radiosa al neo-marito salvo poi isolarsi per un solitario bagno caldo mentre la festa continua al piano di sotto. Ci prova Lei ad essere "normale", a sposarsi, a recitare la parte della sposa in festa, a lanciare il bouquet, ma proprio non ce la fa ed è quasi "costretta" a tradire il marito con un'improvvisata, quanto irrazionale, sveltina che pare quasi una via di fuga da una "normalità" percepita come soffocante, ingestibile, fuori portata.

Sullo sfondo: la fine del mondo, universale e privata, macrocosmica e microcosmica, collettiva ed individuale. L'apocalisse si fa allora metafora della distruzione (o aprioristica rinuncia?) nei confronti di un mondo di umanità borghese, per "andare in mille pezzi", ritornare amorfi, primordiali, puri. Si comprende allora perchè la protagonista sembra accogliere con malcelato compiacimento questa collisione della stella Melancholia con la Terra, grata di "dissolversi", di ricongiungersi con l'universo, di perdere ogni confine - interno ed esterno - a favore di una ritrovata libertà.

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