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Respire

Regia di David A. Cross vedi scheda film

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La recensione su Respire

di undying
4 stelle

Un tema originale ma sviluppato dietro una sceneggiatura confusionaria, che procede sulla via di una conclusione deludente. Meno peggio di tanti altri horror contemporanei, ma con esito finale che non lo allontana dalla più banale routine.

 

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Baltimora, Maryland, 1936. 

Il dott. Randolph Kaminsky (Timothy Dykes) prima di morire perché colpito a morte con arma da fuoco dopo un'aggressione, mette in pratica la sua teoria della sopravvivenza: racchiude il suo ultimo respiro in una fiala poi riposta in un'antica scatola. Passano gli anni, mentre il contenitore finisce di mano in mano sino ad arrivare ad oggi, nel negozio di oggetti antichi di Susan (Tracy Teague): donna psicologicamente provata dal responso medico con referto di un male incurabile, che gli lascia meno di un anno da vivere. Susan riceve una richiesta telefonica da parte di Alex Poe (Vince Eustace), in merito ad una sua asta avviata su internet: l'oggetto è proprio la scatola di Kaminsky. Parallelamente Raif Collins (Mat Wright), un eccentrico personaggio che si è presentato in negozio di Susan, offre una cifra enorme per l'acquisto (da effettuare ad un asta) del libro dal titolo "L'anima eterna", abbinato al box Kaminsky. I due oggetti sono infatti collegati, perché nella copertina del libro è celata la piccola chiave che apre la scatola, permettendo di accedere alla fiala contenente l'ultimo respiro del ricercatore.

 

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Un film per certi aspetti anche originale, con un interessante risvolto fantastico (l'anima in libera uscita con esalazione dell'ultimo respiro) che lenisce, perché ipotetica continuazione di esistenza, l'eterna inquietudine provocata dalla consapevolezza che -prima o poi- l'essere umano è destinato a morire. L'anonimo David A. Cross (ossia il regista) aveva diretto in precedenza GostWatcher (2002) e tre anni dopo GosthWatcher 2 (2005), due oscuri titoli "straight to video" da noi rimasti inediti, al pari di The blinds (2011) seguente ed ultima regia.

 

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Questo Respire presenta buoni momenti narrativi, ben supportati da una regia mai convenzionale o statica ma, al contrario, in grado di variare (ad esempio dal b/n iniziale ai flash-backes visionari di memorie "altre"). Purtroppo certi lambiccati passaggi di sceneggiatura (sempre opera di Cross) finiscono per influire negativamente sul risultato finale del film, in parte reso troppo surreale dalla presenza di "eterni giovani" che rimanda a svariati titoli sui vampiri o alla contemporanea mitologia di Twilight. Perché poi, stringi stringi, questo Respire finisce per essere una variante dei tanti film sui succhiasangue, con sostituzione dell'ultimo respiro dei morenti, in vece del rosso liquido vitale.

 

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La cattura del respiro

"I romani credevano che l'anima lasciasse il corpo, con l'ultimo respiro. A volte lo conservavano in bottiglie, o un membro della famiglia lo avrebbe inalato nel momento della morte (...) ho trovato un articolo che scrisse per una rivista medica. Dove continua a dire, e continua, e continua a dire su come il catturare il respiro salverebbe milioni di vite. "(Considerazioni su Randolph Kaminsky)

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