Espandi menu
cerca
Il gioiellino

Regia di Andrea Molaioli vedi scheda film

Recensioni

L'autore

barabbovich

barabbovich

Iscritto dal 10 maggio 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci 81
  • Post 7
  • Recensioni 3635
  • Playlist 4
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Il gioiellino

di barabbovich
6 stelle

Inizio anni '90. La Leda è una delle aziende agroalimentari che meglio rappresentano il made in Italy. Produce latte e derivati ma quando i bilanci cominciano a scricchiolare, i fornitori bussano alle porte e le mosse per invadere nuovi mercati - a cominciare da quello russo e americano - si rivelano incaute, ad Amanzio Rastelli (Girone) e al suo delfino, il ragionier Botta (Servillo), non rimane che darsi a quella "finanza creativa" che è stata la sciagura di milioni di risparmiatori, e non solo in Italia. Tra quotazioni in Borsa, aggiotaggio, acquisto di una squadra di calcio, intrallazzi con la politica e con la Chiesa, piani di risanamento fasulli, l'azienda non riesce a salvarsi e i suoi responsabili vengono arrestati.
Dopo il discreto La ragazza del lago, Andrea Molaioli ricostruisce a modo suo, senza il coraggio di fare nomi e cognomi, una delle vicende più assurde che hanno investito il mondo della finanza dopata, nel quale - come ci ricordano i titoli di coda - il rapporto tra valuta virtuale e beni effettivi erogati è di dieci a uno. Il mondo di questi capitalisti arraffoni è descritto in maniera talmente asettica da sembrare per certi versi assolutoria: il patron della Parmalat (pardon: della Leda) in fin dei conti sembra un buon padre di famiglia consigliato male; il ragionier Botta appare tanto mefistofelico quanto fedele alle sorti dell'azienda, la giovane manager rampante che lo affianca (Felberbaum) sembra in grado di far fruttare al meglio gli insegnamenti ricevuti alla Bocconi e c'è persino il direttore commerciale idealista (Guanciale). Un campionario di personaggi troppo stereotipati e netti per sembrare credibili, tutti vittime di esistenze più o meno solitarie che smuovono persino qualche sentimento di pena da parte degli spettatori. Con Servillo che ormai recita sempre e soltanto la stessa parte a prescindere dal film e gli attori di contorno assolutamente non all'altezza della situazione. Se la riderà Calisto Tanzi, a rivedersi in questa fiction piuttosto loffia dagli arresti domiciliari di una villa miliardaria…   

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati