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Le cose che restano

Regia di Gianluca Maria Tavarelli vedi scheda film

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La recensione su Le cose che restano

di supadany
8 stelle

“Ci sono cose che volano, uccelli, ore, calabroni, ma di loro non m’importa. Poi ci sono cose che restano, il dolore, il profilo dei monti e l’eterno”.

VOTO : 7+ 
E’ assai raro che mi metta a seguire delle fiction, ma qui le carte in tavola erano molto più ambiziose (qaunto invitanti) ed alcuni commenti positivi mi hanno spinto a procurarmi il dvd e a vedermi tutto d’un fiato (solo una pausa cibo a metà e poi via) le sei ore di spettacolo offerte.
Una vera e propria maratona, non sempre uniforme come qualità, che regala grosse sorprese ed alcuni momenti cinematografici (non pochi) anche di ottimo livello.
La famiglia Giordani vive una vita tranquilla e felice; Pietro (Ennio Fantastichini) è il capofamiglia un po’ assente, Francesca (Daniela Giordano) è l’attenta moglie che ha allevato i suoi quattro figli, Nora (Paola Cortellesi), psicologa e sposata, Andrea (Claudio Santamaria) giramondo per lavoro, Nino (Lorenzo Balducci) ombroso ed in attesa di laurearsi e il più giovane e frizzante Lorenzo (Alessandro Sperduti).
Per una fatalità quest’ultimo muore in un incidente e tutto cambia per il resto della famiglia; la casa dove vigeva sempre un clima sereno diventa improvvisamente triste ed abbandonata, i rapporti cambiano, però la vita offre sempre tanto, non solo dolore, ma anche nuovi incontri e nuove occasioni per svoltare.
Film pensato e realizzato per la televisione, ma la qualità è ben al di sopra delle tante fiction che passano in prime time.
Tantissimi sono i temi affrontati, un vero e proprio ampio ventaglio; si passa dalla morte, alla famiglia tradizionale (quella borghese, numerosa ed agiata che sta scomparendo), dalla nascita (i piccoli che portano un sorriso), all’immigrazione, dai tradimenti, alla solidarietà, dalla prostituzione, ai problemi di salute mentale, ad un amore omosessuale, finalmente raccontato con sobrietà e dolcezza.
I quattro episodi però non viaggiono sempre sulla stessa lunghezza d’onda; il primo, quello con la casa ed il lutto assoluti protagonisti, è profondo e viaggia vicino al capolavoro (davvero emozionante e raccontato con fluidità e polso); il secondo ed il terzo si perdono, almeno parzialmente, su vicende collaterali non dico deludenti, ma un po’ meno efficaci quello sì (la storia di Shaba e di sua figlia, più il tradimento di Francesca con Nino) ; il quarto segna la circolarità storica (la casa che torna fulro di vita) che ci si aspetta e torna su livelli molto alti con una parte finale convincente ed una scena finale semplice, ma docilmente poetica.
Ma poi, oltre ai parecchi temi principali, Gianluca Maria Tavarelli (gradito ritorno ad alti livelli) riesce a ricreare tante piccole scene che sanno toccare il cuore, o essere semplicemente divertenti (penso per esempio a Corrado fortuna), o ancora sofferenti (la morte di Lorenzo lascia il segno anche per come viene presentata).
C’è tanta umanità, solidarietà, gli uomini (e le donne) presenti peccano in quanto tali, ma sono sempre pronti a mettersi in gioco, i personaggi sono scritti bene e resi vivi da attori mediamente molto bravi (tipo non vedevo Claudio Santamaria così in palla da una vita).
Così, se “La meglio gioventù” ha affrontato la società italiana in maniera verticale (dal passato al presente), questo “Le cose che restano “ (a proposito, che bel titolo, pieno di significati che si ritrovano tra le pieghe della storia) lo fa in maniera longitudinale, affrontando quasi tutto ciò che la società moderna offre, nel bene e nel male.
Visione quindi consigliatissima, certo sei ore sono tantine ed il film soffre un po’ il format televisivo (cioè dover durare per sei ore e per giunta divise in quattro episodi da novanta minuti abbonanti cadauno), ma davvero ne vale la pena.

Parla col cuore.

Su Gianluca Maria Tavarelli

VOTO : 7+.
A tratti molto brillante, ha comunque il merito complessivo di aver creato un'opera di sei ore assolutamente solida e spesso appassionante.
Lavorone.

Su Paola Cortellesi

VOTO : 6,5.
Più pulita, ordinata, sostanzialmente gradevole in un ruolo lontano dai suoi classici comici.
Sorprendente.

Su Claudio Santamaria

VOTO : 7.
Decisamente in forma, nel primo episodio è praticamente perfetto, ma anche negli altri non sfigura affatto.
Bel ruolo (non facilissimo viste le circostanze), bella interpretazione, genuino ed alla mano.
Efficace.

Su Ennio Fantastichini

VOTO : 6/7.
Non è un caso che i due episodi migliori siano quelli che lo vedono protagonista alla pari degli altri.
Sempre carismatico, alza la voce quando serve e risulta quasi sempre molto credibile.

Su Vincenzo Amato

VOTO : 6+.
Non male, interpretazione pulita e concreta.

Su Lorenzo Balducci

VOTO : 6++.
Si impegna parecchio, il ruolo lo mette sotto la lente d'ingrandimento più di tutti gli altri, lui fatica a tenere il passo dei migliori (ma questo era immaginabile), ma non sfigura.

Su Antonia Liskova

VOTO : 6+.
Più che passabile, poteva fare di meglio.

Su Francesco Scianna

VOTO : 6++.
Disinvolto, un pò esagerato ogni tanto, ma offre il contributo che il ruolo sostanzialmente richiede.

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