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Figli delle stelle

Regia di Lucio Pellegrini vedi scheda film

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La recensione su Figli delle stelle

di billykwan
6 stelle

I Figli delle stelle si poggia sl substrato dei malesseri dell'oggi. Il precariato, le morti bianche, la malapolitica sullo sfondo; i looser della sociatà globale al centro della vicenda; la leggerezza della mise en scène in primo piano.
I protagonisti sono uomini spersi in un mondo che non dà punti di riferimento, e, se l'oggi è privo di ideali, non resta che aggrapparsi a quelli sorpassati dell'ieri. Poco ci è dato sapere sul passato dei nostri antieroi e l'occhio della cinepresa si chiude, pietosamente, sul loro futuro, lasciandolo all'immaginazione dello spettatore. Forse tutto ciò è voluto, a motivare lo straniamento di chi ancora cerca uno spiraglio in una società fondata ormai sull'assenza.
Come novelli Don Chisciotte i nostri intraprendono un percorso disperato vissuto con superficiale inconsapevolezza che incontrerà la complicità interessata di un intero paese. Ma anche nel microcosmo montano è il denaro e la disillusione a far muovere le masse, non più l'ideale. Per questo i protagonisti sono sconfitti in partenza, in un mondo dove tutto è mercificato e contraffatto come la canzone che intitola il film, storpiata nei titoli di coda da Irene Grandi. Il brano originale, interpretato da Alan Sorrenti, viene proprosto invece nella scena in tutti i personaggi vengono coinvolti dal ritmo in un ballata collettiva, uniti non più dal disagio sociale ma dalle note allegre di un tempo che appartiene ormai al passato. Questo è quanto I figli delle stelle avrebbe potuto essere, una commedia amara, aspra e dolente, invece tutto ciò rimane latente, a lunghi tratti inespresso a scapito delle risate di superficie. Ma forse è giusto così, forse I figli delle stelle vuole essere null'altro che il triste specchio dei nostri tempi.

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