Regia di Enzo G. Castellari vedi scheda film
A visione ultimata resta allo spettatore un unico, atroce dubbio: perché un (ex) regista di discreta fama come Girolami Castellari ha deciso a 75 anni di età di rigettarsi nella mischia con uno scult del genere?
A diciassette anni di distanza dal suo ultimo lungometraggio (“Jonathan degli orsi, 1994), riesumato dai complimenti di Tarantino e soprattutto dall'uscita di “Inglorious Basterds”, remake a stelle e striscie del suo “Quel maledetto treno blindato”, torna Enzo Girolami Castellari, uno dei migliori artigiani del cinema di casa nostra d'azione a basso budget anni '60/'70, e lo fa con un film di livello inqualificabilmente basso. A una storia strampalata e piena di buchi, “Caribbean Basterds” aggiunge dei dialoghi improponibili, una fotografia patinata da rivista soft-core di lusso e un cast che più che recitare sembre parodiare il mestiere dell'attore. Davvero mi chiedo come abbiano fatto il casting: a sorteggio? a testa o croce? Si direbbe quasi che contrariamente a quanto avviene in altre produzioni dove solo le comparse vengono reclutate sul posto all'ultimo momento, qui si è voluto procedere con tale sistema anche per i ruoli principali, prendendo gente a caso che si trovava in vacanza a Isla Margarita, splendida location del film. Recitazione a parte, l'impressione generale che ho avuto è quella di uno che ha voluto buttare un po' di tutto nella pentola (violenza, sesso, arti marziali, moraletta da due soldi, incesto, riti vodoo, poliziotti corrotti e citazioni cinefille a iosa) per sopperire all'assenza di un'idea vera e propria. E qui viene da chiedersi: perché uno come Castellari decide a 75 anni di età di tornare in pista e sigillare così la propria carriera con uno scult del genere? Inspiegabile ma comunque molto triste.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta