Regia di Saverio Costanzo vedi scheda film
Gravi traumi infantili che lasciano ferite profonde e si ripropongono nella vita adulta come veri e propri handicap di socializzazione. Genitori allo sbando, inadatti, anzi pericolosi per l’educazione dei figli. Responsabili di danni insanabili. È senz’altro in crescita il giovane regista Saverio Costanzo (sì, è il figlio di… ), che all’edizione 2014 del Festival di Venezia, ha raccolto rilevanti consensi con Hungry Hearts (due Coppe Volpi per le interpretazioni di Adam Driver e Alba Rohrwacher). È in crescita perché, più che altro, non si poteva fare peggio di questo La solitudine dei numeri primi, la cui sceneggiatura dall’omonimo romanzo di grande successo è dello stesso cineasta romano, affiancato da Paolo Giordano, l’ancor più giovane autore del libro vincitore del Premio Strega e del Premio Campiello come opera prima 2008. Gli spunti pur intriganti dello script sono proposti con mano incerta, causa di una lentezza esasperante motivata anche dai continui flash back che, se sulla carta sono digeribili, sul grande schermo possono diventare insopportabili. Pessima la recitazione di molti attori ‘esperti’. Falliscono soprattutto Isabella Rossellini e Maurizio Donadoni, incapaci di un minimo di spontaneità. Brava, come al solito, la Rohrwacher e gli interpreti bambini.
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