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Nightmare detective 2

Regia di Shinya Tsukamoto vedi scheda film

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La recensione su Nightmare detective 2

di carlos brigante
8 stelle

Ritorna Tsukamoto e il suo detective dell'incubo, Kyoichi Kagenuma (Matsuda Ryohei), in questo “Akumu Tantei 2” più un b-side che un vero e proprio sequel. Nel primo “capitolo”, infatti, la trama seguiva uno schema da thriller “classico” in cui una poliziotta indagava su strani omicidi apparentemente senza nessi logici e che trovavano risposta grazie all'aiuto di Kagenuma. Questa volta, invece, Kagenuma dovrà fare i conti coi propri scheletri nell'armadio. L'incubo, infatti, oltre che invadere i sogni, sconfina nella realtà, ma soprattutto prende forma dal (suo) passato.
Il regista giapponese mette in secondo piano la carne e i suoi tagli e si getta a capofitto nelle lacerazioni che l'individuo porta dentro di sé; nella psiche, ma soprattutto negli abissi dell'animo. Le cicatrici marciscono in profondità e le ferite non riescono mai a rimarginarsi completamente. Tsukamoto gioca con il senso dell'attesa e mette in scena un horror di atmosfere più che di azioni, dove tutto appare così freddo e alienante; enigmatico ed indefinito.
La mdp è come sempre a spalla e anche nelle inquadrature ferme è perennemente traballante. Un marchio di fabbrica del regista nipponico del tutto funzionale per penetrare nell'intimo di individui in costante stato di instabilità, che vagano come sonnambuli in compagnia della propria solitudine. Si incontrano per caso, si sfiorano e, come se nulla fosse accaduto, se ne ritornano da dove erano venuti.
 
Concludendo, questo “Nightmare Detective 2” è un film che può essere visto tranquillamente anche da chi si è perso il primo “episodio”. E si presenta, forse, ancor più solido grazie ad una sceneggiatura che non perde (mai) colpi; dove i vari piani narrativi si intersecano e si amalgamano alla perfezione in un gioco intricato di rimandi mai fini a se stessi.
 
Inedito in Italia, passò per il Science+Fiction 08, vinto dalla pellicola spagnola “Tres Dias”, probabilmente (e colpevolmente?) in maniera un po' troppo fugace.
 
Shinya Tsukamoto si conferma (se ci fosse ancora qualche dubbio) uno degli autori più importanti e dotati dell'ultimo ventennio. Uno dei pochi che, anche in opere non eccelse (e non è questo il caso), riesce sempre a regalare qualche lampo di grande cinema.

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