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The Housemaid

Regia di Ki-young Kim vedi scheda film

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La recensione su The Housemaid

di Baliverna
9 stelle

Bellissimo questo vigoroso dramma coreano, che tiene inchiodati alla poltrona dall'inizio alla fine. L'argomento molto comune (nel cinema e nella realtà) del padrone di casa che si lascia avvinghiare dai lacci della domestica viene trattato con molta originalità, già nel senso che la trama non è quella che si potrebbe aspettarsi.
Il professore di pianoforte compie il terribile errore di prendere in casa una serpe velenosa, scambiandola per un povero vermiciattolo (nel film si dice un lupo accolto nell'ovile). E quella serpe seminerà morte e distruzione nella sua felice famigliola. L'originalità del film sta già nel fatto che non si tratta di un amore che scoppia improvviso e incontenibile tra due persone che non hanno il diritto di provarlo; secondo me infatti non si tratta neppure di amore. La ragazza è mossa innanzitutto dall'invidia per la felicità del professore, per la moglie, e per la studentessa di pianoforte dell'uomo. Vorrebbe essere al posto della moglie e al posto della giovane pianista e, siccome non lo è, fa di tutto per distruggere ciò che non può possedere. E' forse questa la logica nascosta che presiede alla sfiza di bugie, ricatti, minacce, insidie, e omicidi che la perfida giovane mette in atto. Quello che in teoria dovrebbe essere la scintilla che scatena la tragedia, cioè l'amore tra padrone e servetta, neppure esiste. C'è solo per un momento il desiderio sessuale dell'uomo, che tuttavia gli costerà carissimo. Poi lei crea l'inferno attorno a sé, soprattutto tramite i suoi abili ricatti morali e materiali. Il lato curioso è che, anche quando tutti hanno capito con chi hanno a che fare, nessuno trova veramente la forza di opporsi decisamente alla malvagia, mettendola subito alla porta o almeno un po' prima che si giunga al peggio. Il paradossale, invece, è che la ragazza riesce, con perfida abilità, a suscitare a tratti persino pietà sia nell'uomo che nella moglie, ed è forse questa che paralizza i gesti estremi che invece dovrebbero compiere.
Il film può essere visto come un'interessante riflessione su almeno una manciata di punti: la complicità nefasta che a si instaura tra certe donne, la forza distruttiva di certe passioni se non subito soffocate, la schiettezza che bisognerebbe avere nel riconoscere l'individuo pericoloso e cacciarlo all'istante, l'inquietante realtà della pietà per il(la)  malvagio(a), il desiderio di benessere materiale come primo passo verso inutili sventure, e il fatto che certe persone con tutto il loro comportamento seminano divisione e sofferenze ovunque si trovino, al di là degli scopi che dichiarano di perseguire.
La pellicola, oltre che molto ben diretta, è anche ben interpretata specie dall'attrice che impersona la domestica: sprizza malizia e invidia da tutti i pori, e i suoi occhi cattivi fanno spesso paura. Certe scene dove lei tormenta i membri della famiglia sono decisamente forti e tesissime.
Rilevo un'imprecisione della scheda di Film TV: l'uomo non costringe la ragazza ad abortire; è lei che lo fa apposta nel tentativo di far cadere la colpa su di lui e persino sulla moglie.
La pellicola è stata recuperata e restaurata da Martin Scorsese e dalla sua fondazione. Il restauro lascia un po' a desiderare, comunque tanto di cappello lo stesso.

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