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Sentirsidire - quello che i genitori non vorrebbero mai

Regia di Giuseppe Lazzari vedi scheda film

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La recensione su Sentirsidire - quello che i genitori non vorrebbero mai

di scapigliato
1 stelle

Se escludiamo l’incipit coraggioso dove viene raccontato il rituale iniziatico masturbatorio e un trauma di abuso sessuale, anche se parecchio telefonato e poco credibile, il resto del film è imbarazzante. Tecnicamente mediocre, dialoghi al limite della pagliacciata e una recitazione inguardabile e inascoltabile. All’oratorio facevamo molto meglio.

L’apprezzabile tentativo di parlare della piaga dell’escortaggio in piena epoca Berlusconi cade nel ridicolo e anche nel fastidioso perché, come già è successo in Disconnect (Henry Alex Rubin, 2014), il giovane escort viene salvato in extremis come se fosse solo una vittima. Vittima di un sistema corrotto che non ti lascia alternative, e vittima di traumi indelebili che influenzano le scelte della maturità. La realtà è ben diversa. Gli e le escort sono ragazzi quasi sempre di buona famiglia che vogliono vivere al di sopra delle loro possibilità e invece di trovarsi un lavoro sano e onesto, con la scusa che non arrivano a fine mese, vendono il loro corpo per poter avere l’abbonamento alla spa, per potersi comprare capi di abbigliamento costosi o poter frequentare ambienti e locali di lusso. Belle macchine, bella vita, ma fatica e sacrificio pari a zero. Penso, e qualcuno mi corregga se si sentisse offeso o in disaccordo, ma che sia pronto ad argomentare con temi più che solidi, che gli e le escort siano peggio dei pedofili. Questi sono malati. Fanno qualcosa di orrendo e riprovevole, ma sono malati. Mentre gli e le escort sanno perfettamente cosa fanno. Ed è in questa consapevolezza e presuntuosa certezza che c’è la differenza fondamentale per cui gli e le escort penso siano una delle peggiori categorie sociali di oggi. Va da sé che la pornografia del denaro e del lusso sono patologie conclamate a cui non bastano più gli psicologi e famiglie presenti. Servono linee guida e ferree dal governo.

Anche su questo tema, il film di Lazzari è pietoso, scaricando la colpa di tale deriva iperedonistica sull’ambiente e non sui personaggi. Perché le alternative ci sono, se non le scegli non è più un problema del sistema. Ma a parte questa visione personale del tema centrale del film, si tratta sempre di un sottoprodotto della cultura televisiva, di quella televisione anestetizzante, volontariamente disinformante e tutta tesa al consenso politico e sociale del popolo bue, che non può che influenzare negativamente l’intera opera. Caso a parte la scarsa competenza tecnica e artistica.

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