Regia di Felice Farina vedi scheda film
Alessandro ha sette anni e vive con sua madre, vedova. La mancanza del padre e il problematico rapporto con lo zio, che neppure troppo velatamente insidia sua madre, sviluppano in Alessandro una potente fobia dell’acqua, nonché una rabbia ingiustificata.
Felice Farina è quello che si dice un artista eclettico: nel corso della sua ormai lunga carriera (la sua prima regia risale al 1986, Sembra svenuto… ma è solo morto) si è diviso tra cinema e tv lasciando sempre un segno, più o meno profondo, con ogni sua opera; non passa inosservato neppure questo La fisica dell’acqua, dramma psicologico dalle atmosfere thriller con protagonista un bambino di sette anni. Le ossessioni, le proiezioni, le fobie del piccolo Alessandro sono però quelle di un adulto, sono fin troppo precise e mature per essere riconducibili alla sua età; un filo rosso inquietante si snoda perciò lungo la trama di questa pellicola, che porta sullo schermo un copione firmato dal regista insieme a Mauro Casiraghi ed Eleonora Fiorini. Se la confezione è adeguatamente rifinita (fotografia di Pietro Sciortino, montaggio di Esmeralda Calabria, musiche di Franco Piersanti), nel cast artistico accanto al piccolo Lorenzo Vavassori (qua e là imperfetto, ma perdonabile per la giovanissima età) troviamo un trio di attori degni di nota quali Paola Cortellesi, Claudio Amendola e Stefano Dionisi; tra i tre sembra più incisiva la prima. Neppure un’ora e un quarto di durata in tutto, ma le emozioni e i momenti notevoli non mancano. 5,5/10.
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