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Love

Regia di William Eubank vedi scheda film

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La recensione su Love

di OGM
6 stelle

Minisaggio fantascientifico sul significato dell’essere Uomo. Un’opera  ingenua ma efficace, che scopiazza simpaticamente Stanley Kubrick; intorno alle suggestioni da 2001 Odissea nello spazio William Eubank imbastisce la sua poesia semplice a base di viaggi nel tempo, storie di universi paralleli, nonché riflessioni di gente comune sui bisogni fondamentali del genere umano: le esigenze di comunicare, di entrare in sintonia con l’ambiente, di progettare la propria esistenza, di avere accanto a sé qualcuno a cui donare amore. In fondo sono proprio questi i motivi per cui si prende carta a penna e ci si mette a raccontare ciò che accade dentro e fuori di se stessi: come, nel 1864 durante la Guerra di Secessione, fece il capitano Lee Briggs. Le pagine del suo diario - che il suo quasi omonimo Lee James Miller, nel 2039, sfoglierà durante una missione spaziale -  contengono la  testimonianza di un orrore palese ed onnipresente, ma anche di una meravigliosa scoperta destinata a rimanere segreta. La storia, nel bene e nel male, nella rivelazione e nel mistero, è fatta delle parole scritte negli attimi di solitudine: quella, di carattere morale, del soldato sul campo di battaglia, e quella totale e definitiva dell’astronauta dimenticato su una navicella finita fuori orbita. Come nel capolavoro a cui questo film pare ispirarsi, la conoscenza passa attraverso la violenza: quella fisica della armi, diretta contro il nemico nelle guerre per il territorio, e quella mentale della follia, che l’individuo alienato rivolge contro se stesso. I due Lee si ritrovano, a due secoli di distanza l’uno dall’altro, sulla medesima linea di confine, ossia in quel crepuscolo che separa il paradiso dall’inferno e segna, periodicamente, una nuova alba dell’uomo. Al di là della collina il primo Lee troverà la spiegazione dell’origine del tempo, al di là del sistema solare il secondo Lee incontrerà, invece, il significato della fine del mondo.  Specularità e circolarità sono le due anime dell’eterno ritorno: sono i due principi che regolano l’inesauribile ciclo della vita, ma sono anche le sterili perversioni autoreferenziali prodotte dall’isolamento, tanto ribelli alle leggi naturali da essere in grado di invertire il corso dell’evoluzione della nostra specie, riportando  l’homo technologicus allo stadio dell’ominide. Avvolgersi su se stessi, eliminando i rapporti interpersonali equivale ad azzerare le proprie possibilità di crescita. L’energia primordiale che alimenta il motore cosmico è quella che spinge gli esseri ad unirsi per (pro)creare: una splendida banalità che questo Love ripropone con i rassicuranti e garbati accenti del già visto, eppure giovani e freschi, in quanto animati da un sano slancio di sincerità, ed autenticamente rivissuti ex novo.

 

Love è l’esordio registico di William Eubank. Il film è stato prodotto dai  componenti del gruppo rock alternativo Angels & Airwaves, che sono anche autori della colonna sonora, tratta dal loro terzo album.  

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