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My Son, My Son, What Have Ye Done

Regia di Werner Herzog vedi scheda film

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La recensione su My Son, My Son, What Have Ye Done

di supadany
6 stelle

VOTO : 6,5.
Pellicola particolare questa di Herzog che riesce a essere tanto intrigante quanto spiazzante, con un inizio che fa pensare ad un percorso più ordinario, proprio di un certo cinema di genere, per poi scegliere strade diverse.
E senza regalare sviluppi eclatanti della storia, riesce comunque ad offrire una visione misteriosa della mutazione della psiche di un uomo, il che è già un parziale successo.
Brad (Michael Shannon) uccide la madre, portando nel mondo reale il personaggio che avrebbe dovuto interpretare in uno spettacolo teatrale.
Un detective (Willem Dafoe) arriva sul posto del delitto e, in attesa che arrivino le forze speciali, comincia ad indagare per trovare informazioni, e motivazioni, per capire quanto è accaduto, mentre l’uomo si è rifugiato nella sua casa con dei presunti ostaggi.
Così interroga la ragazza di Brad (Chloè Sevigny) e il suo insegnante di recitazione (Udo Kier), venendo a scoprire come negli ultimi tempi alcune cose nel carattere del ragazzo erano mutate in maniera preoccupante.
Quello che sembra cominciare come un film di routine si trasforma ben presto in altro, portando in scena i pensieri, le convinzioni e le idee di un personaggio che da un giorno all’altro perde completamente contatto con la propria vita dopo aver sentito una voce interiore.
Così si susseguono i flash sul passato recente, per lo più interessanti, con alcuni tocchi surreali (la scena con il nano per esempio), dialoghi (e monologhi) spiazzanti, situazioni proprie di un disagio psichico (la visita all’ospedale navale).
Herzog mantiene un felice equilibrio, lasciando vivo il mistero, però il film pecca quando poi nel finale è “obbligato” a tornare al presente, e qui la soluzione è purtroppo fin troppo banale (come lo sono altre piccole scelte di puro contorno).
Ma questo potrebbe anche essere visto come un punto a favore, ovvero scegliere di lasciare tutto il campo all’indagine psicologica sul personaggio.
Valido aiuto alla riuscita del prodotto è anche un buon cast di supporto, ma soprattutto la presenza di Michael Shannon, ancora una volta alle prese con un personaggio pericoloso (e già dalla locandina riesce a mettere a disagio).
Indipendente e Interessante con qualche perdonabile ingenuità.

Su Werner Herzog

VOTO : 6,5. Offre diversi spunti interessanti, ma si perde sul più bello quando è ora di lasciare un ricordo indelebile. In ogni caso prova di tutto rispetto.

Su Willem Dafoe

VOTO : 6. Ruolo ordinario che non gli offre grandi opportunità. Comunque la sua è una presenza gradita a supporto.

Su Chloë Sevigny

VOTO : 6++. Un pò dimessa, sempre carina, semplice e gradevole.

Su Brad Dourif

VOTO : 6++. Caratterizzazione riuscita.

Su Michael Peña

VOTO : 6. Sufficiente.

Su Michael Shannon

VOTO : 7. Molto inquietante, ben guidato dal regista, ma in più ci mette parecchio di suo con un'interpretazione maniacale di gran presa.

Su Udo Kier

VOTO : 6+. Più che sufficiente.

Su Grace Zabriskie

VOTO : 6+. Nel ruolo di una madre oppressiva fa la sua figura.

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