La recensione su Il riccio

di supadany

8 stelle

VOTO : 7.

Parto dal fondo; nel complesso l'ho trovato un film equilibrato, elegante e gustoso, una buonissima trasposizione del libro da cui è tratto che, strano ma vero, per una volta ho letto.

Non che le due cose siano completamente biunivoche, ma c'è anche da dire che i due format (cartaceo e audiovisivo) hanno due concept, tempi e necessità completamente diversi.

Così approvo le scelte operate per la trasposizione della storia al fine di poterne fare un film e nel complesso i contenuti principali non sono stati tralasciati, spostando certo la storia sulla ragazzina, che comunque era un soggetto assai più "cinematografabile" dell'anziana e solitaria portinaia.

Per il resto la storia è quella che in tanti conosciamo e che ha fatto emozionare milioni di lettori, basata su due personaggi molto lontani, ma anche molto vivi al contrario di ciò che piattamente li circonda .

Paloma è una bambina intelligente con una famiglia rappresentante tante superficialità (il padre tutto lavoro ed assente nella vita di casa, la madre completamente schizzata e la sorella priva di alcuna profondità emotiva) che ha pianificato la sua morte (che considera un avvenimento normale), in quanto non crede nella vita.

Renee è una portinaia discreta e silenziosa, che ha imparato ad essere trasparente nella sua solitudine, fino a quando un nuovo condomino giapponese invade la sua vita e quella della ragazzina.

I cambiamenti per tutto il palazzo sono evidenti e portano con leggerezza e garbo al finale che non svelo, ma di cui quasi tutti sono a conoscenza.

Finale beffardo che da un lato toglie ciò che ha appena dato (che ingiustizia), dall'altro regala una speranza a chi invece pensava che la vita non potesse regalare nulla.

Un film nel complesso molto gradevole che riesce a regalare un'emozione senza essere stucchevole.