Regia di Stephen Bridgewater, David S. Cass sr. vedi scheda film
Sorta di western moderno alternativo nel quale un ex sceriffo alcolizzato deve scortare a casa tre donne affette dalla febbre della prateria del titolo. Modesta la realizzazione e poco credibile il protagonista Kevin Sorbo. VOTO: 3
Non mi dispiaciono i western 'alternativi' nei quali non tutto si risolve intorno a cowboys, indiani e sparatorie. E in tal senso questo “La febbre della prateria“ mi era sembrato in un primo momento interessante. Il plot ruota infatti attorno a un ex sceriffo alcolizzato (iniziamo con i cliché) che riceve l'incarico di scortare tre donne affette dalla cosiddetta febbre della prateria, una sorta di squilibrio mentale causato dall'essersi trasferite dalla città alla frontiera. Sfortunatamente, se l'idea di partenza non sarebbe male, il modo in cui viene poi sviluppata risulta invece pedestre, con personaggi monodimensionali, un Kevin Sorbo assolutamente non credibile nei panni di un alcolizzato e una preoccupante staticità nell'incedere del racconto. Il livello tecnico è quello tipico delle produzioni low-cost 'diligenti', nel senso che se è vero che non scade mai nel ridicolo involontario, è altrettanto vero che tutto risulta realizzato con uno stampo industriale. Prende un punto in più per evitare allo spettatore il tipico finale con duello buono vs cattivo, che se nei film di Leone è un valore aggiunto, qui avrebbe invece dato il colpo di grazia a un film comunque gravemente insufficiente.
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