Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Dopo la cocente delusione di "Gangs of New York" avevo decretato la morte (cinematografica) del "mio" Scorsese e avevo saltato a pie' pari i successivi "The Aviator" e "The Departed". Poi è arrivato questo "Shutter Island" e un minimo di curiosità è risorta in me (senza pretendere di riesumare il regista che fu). Purtroppo, quest'ultima fatica scorsesiana è un'opera discreta e nulla più. Un thriller psicologico, o meglio psichiatrico, sulla stessa lunghezza d'onda della Hollywood de "Il sesto senso".
Scorsese gioca coi generi; getta false tracce lungo il sentiero della narrazione; guarda (probabilmente) all'horror e al noir degli anni '40 e '50, ma riesce a ricreare solamente un'opera patinata; in più occasioni in carta da parati!
La logica del "non visto", del percepito, non riguarda questo "Shutter Island". Qui tutto è propriamente "visto": allucinazioni, flashback, ricordi e falsi ricordi, vengono ripresi in sfarzose quanto fini a se stesse inquadrature in un vuoto gioco di carrellate (e dolly) spesso privi di sostanza.
C'era una volta un (grande) regista della New Hollywood; c'è adesso un regista della solita Hollywood. Scorsese vs. scorsese!
Déjà vu...
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