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Scontri stellari oltre la terza dimensione

Regia di Luigi Cozzi vedi scheda film

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La recensione su Scontri stellari oltre la terza dimensione

di alan smithee
4 stelle

ECCHE COZZI!!! IL TRASH MADE IN ITALY CON RISULTATI OLTRE OGNI COMUNE SENSO DEL PUDORE

Due avventurieri dello spazio, una avvenente mora e il suo biondo e riccioluto compare dotato di poteri straordinari, mettono a repentaglio i propri destini sfidando le forze imperiali, dalle quali vengono catturati e mandati ai lavori forzati. Ottenuta in seguito la grazia dell'imperatore cosmico, ne divengono collaboratori nell'intento di difendere il regno dalla minaccia del folle conte Zarth Arn. i due, assieme al robot Elle, dovranno attraversare i pianeti proibiti fino ad arrivare al pianeta fantasma che lo cela alle forze del bene. Troveranno a dover affrontare atmosfere ostili, condizioni di vita impossibili alla sopravvivenza, popolazioni ed etnie per nulla rassicuranti o amichevoli, potendo solo contare sulla collaborazione di un pilota superstite di una navicella spaziale distrutta dal conte, che si rivelerà niente meno che l'erede al trono.

Filmetto di fantascienza forgiato in fretta e furia per sfruttare l'immenso consenso suscitato, a livello planetario, dal film che ha rilanciato il genere, ovvero Guerre Stellari, uscito nello stesso anno, Luigi Cozzi, con lo pseudonimo di Lewis Coates firma un pasticcio puerile e goffo dai risvolti involontariamente (magari sino ad un certo punto) esilaranti, ambientato in uno spazio cosmico rappresentato con luci di tutti i colori, simili a quelle degli addobbi natalizi: cieli percorsi da astronavi rombanti che si inseguono tra di loro come macchine della polizia contro i banditi su e giù per le strade di San Francisco.

D'altro canto, non si può rivalutare ogni spazzatura che la sfrontatezza umana abbia permesso di forgiare: la storia fa acqua da tutte le parti, la dinamica delle scene appare goffissima, con momenti dedicati a scontri e lotte fisiche che paiono improvvisate, incvolontariamente comiche, frutto di un cinema totalmente approssimativo da "buona la prima", e al servizio di un cast di attori di un certo richiamo (c'è pure, poveretto, un ancor giovane Christopher Plummer, probabilmente convolto in questo pasticcio per pure ragioni "alimentari"), spesso pure loro tipicamente in zona trash (David Hasselhoff e Nadia Cassini, truccatissimi oltre ogni immaginazione, soprattutto lui) ma diretti malissimo o a caso, in mezzo ai quali spiccano, per "cagnaggine" senza rimedio, i due protagonisti più scult che forse si ricordino: il "truciolo" dalla faccia da inetto Marjoe Gortner e la ex Bond girl Caroline Munro, baldanzosa, ebete e divertita anche quando sta per assiderarsi a causa della temperatura ostile di uno dei molti pianeti frequentati, la cui temperatura "al calare del sole scende di .... migliaia.... di gradi".

Una carovana di bufale ed assurdità che striderebbero anche agli occhi di un bambino dell'asilo, al servizio di una pellicola disarmante al punto che, al contrario, finisce per suscitare quasi un senso di tenerezza, di naturale indulgenza, nonostante la scellerataggine e l'impreparazione con cui è stata concepita per far soldi e fuggire. Cozzi punta a fare cassa, ma non fugge, tutt'altro.

Ad un certo punto si osa persino citare 2001 di Kubrick, con un gruppo di trogloditi dal passo goffo e fantozziano e le musiche che "scimmiottano" (termine mai più pertinente) la celebre colonna sonora del capolavoro di cui sopra.

Ma Cozzi c'è o ci fa? Forse entrambe le cose, ma certo con i due Hercules col "mitico" Lou Ferrigno, ha mostrato di saper fare anche peggio, ossessionato, come già in questo film, dall'utilizzo di effetti speciali meccanici goffi e traballanti già posticci ad una visione negli ormai lontani fine anni '70, e che caratterizzarono in particolare la fine di quel decennio e l'inizio anni '80, sdoganati dal successo del film made in Usa "Scontro di titani", di Desmond Davis.

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