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La porta sul buio. Il tram

Regia di Sirio Bernadotte (Dario Argento) vedi scheda film

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La recensione su La porta sul buio. Il tram

di GIANNISV66
8 stelle

Da molti è sentita la mancanza del vero Dario Argento, quello che sapeva sfoderare gialli dalla trama intricata e dai colpi di scena spiazzanti, quello che faceva balzare dalla poltrona lo spettatore con la sapiente dosatura di dettagli horror in un contesto thriller.

E' doveroso per tutti costoro recuperare (qualora non lo avessero già fatto) questo film televisivo inserito nella celebre serie La Porta sul Buio; doveroso perché qui si respira tutta l'atmosfera che il regista romano sapeva regalare al suo pubblico nelle sue prove migliori.

Reduce dall'enorme successo derivatogli dalla celebre Trilogia degli Animali, nel 1973 Argento venne chiamato dalla RAI alla realizzazione di una serie televisiva articolata in quattro episodi di cui questo è il secondo, oltre a essere l'unico a essere interamente girato, sia pur sotto lo pseudonimo di Sirio Bernadotte, dallo stesso Argento
(mentre per gli altri lasciò la firma ai fidi collaboratori Luigi Cozzi, Mario Foglietti e Roberto Parlante, anche se l'operato di quest'ultimo subì una attenta supervisione di Argento).

Nonostante i limiti imposti dal fatto di essere un prodotto destinato alla televisione (con tutti i problemi di censura conseguenti), Il Tram è indubbiamente una pellicola in cui è riconoscibile senza dubbio la mano del maestro del brivido nostrano, nel suo momento creativo più felice.

In particolare vengono immediatamente alla mente le atmosfere de L'Uccello dalle Piume di Cristallo e Il Gatto a Nove Code. E proprio da un'idea non utilizzata per il primo di questi film il regista trae l'espediente narrativo utilizzato per la spiegazione di un delitto all'apparenza impossibile.

La vicenda si incentra infatti su un omicidio avvenuto durante la corsa notturna di un tram affollato da passeggeri, i quali non sembrano essersi accori di nulla.

Le indagini condotte dal Commissario Giordani (il bravo e ironico Enzo Cerusico) portano i sospetti in breve su colui che pare l'unico possibile colpevole, il quale viene condannato nonostante proclami la sua innocenza.
Giordani non è però convinto della bontà del risultato e grazie all'aiuto della bella fidanzata Giulia (Paola Tedesco) riesce a ricostruire i dettagli del delitto, pervenendo alla soluzione assolutamente inaspettata.

Nonostante siano passati quarant'anni, e soprattutto in barba alla limitazioni che un prodotto costruito per la televisione nazionale di allora (che riducono ai minimi termini quelle venature horror così tipiche della produzione del regista romano) non poteva non subire, Il Tram si rivela ancora oggi una pellicola godibile.

Argento imbastisce una trama hitchcockiana con tanto di immancabile colpo di scena e realizza un prodotto di indiscutibile fascino, in cui trova il modo di inserire quegli stilemi tipici del suo modo di fare cinema (la voce sibilata dell'assassino, le visioni in soggettiva dello stesso) e rimandi a quei film che lo avevano reso il regista italiano più famoso del periodo.

L'incursione notturna nel deposito dei tram appare come un diretto richiamo alla scena nel cimitero de Il Gatto a Nove a Code, mentre il concetto del particolare sfuggente, decisivo per la soluzione dell'enigma, ci porta a L'Uccello dalla Piume di Cristallo e sarà alla base della trama del futuro capolavoro Profondo Rosso.

Ottima appare la scelta degli interpreti principali: Enzo Cerusico, attore romano prematuramente scomparso, che fa sfoggio delle sue doti di istintiva simpatia per dare uno sfondo di umorismo al personaggio del protagonista, è affiancato dalla bellissima Paola Tedesco, all'epoca poco più che ventenne.

 

Consigliatissimo agli ammiratori del caro vecchio Dario

Sulla trama

"Quanto a La porta sul buio, che intitola la serie, vi chiederete cosa vuol significare. Ebbene, vuol dire molte cose: aprire una porta sull'ignoto, su ciò che non conosciamo e che perciò ci inquieta, ci fa paura. Ma per me vuol dire anche altre cose. Può capitare, ed è capitato una volta, anche una sola volta nella vita di una persona, di chiudersi una porta alle spalle e trovarsi in una stanza buia, cercare l'interruttore della luce e non trovarlo, provare ad aprire la porta e non poterlo fare. E dover restare lì, al buio, soli, per sempre. Ebbene, alcuni dei protagonisti delle nostre storie si sono chiusi questa fatale porta alle spalle."
Dario Argento presentava così la sua serie

Sulla colonna sonora

Ottimo accompagnamento di Giorgio Gaslini, in attesa della splendida colonna sonora di Profondo Rosso

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