Regia di Cheryl Hines vedi scheda film
L'idea da cui parte il film non è delle peggiori: trasformare Meg Ryan, definitva per anni "la fidanzatina d'America" in una moglie pazza, criminale, capace di formulare piani diabolici per tenersi il marito è interessante; ed il cast di contorno poteva funzionare. Purtroppo, però, la sceneggiatura non si rivela all'altezza delle premesse, e ci regala un film insipido e noioso, dove persino le trovate che potevano rivelarsi più divertenti(il luogo in cui viene legato Hutton ad un certo punto) fanno storcere il naso, e comunicano una pochezza di inventiva quasi inverosimile. La necessità di un dialogo vivace, e di maggiore perfidia erano infatti elementi prioritari in una storia che si svolge praticamente in un'unica location, con due protagonisti che si confrontano soprattutto verbalmente. Peccato, dunque, perchè il cast poteva funzionare: a parte Meg Ryan, un tantino sottotono e stanca, Timothy Hutton è uno che ha iniziato la carriera con l'oscar e una collezione di bei films(Gente Comune, Il grande odio, Turk 182, Taps...)ed è ancora capace di recitare, sebbene venga sprecato da oltre un decennio in ruoli insulsi e al di sotto del suo potenziale(primi fra tutti: French Kiss e Secret Window; unica eccezione positiva: La metà oscura); mentre Justin Long- il cui personaggio usato bene avrebbe potuto funzionare, vaga sperduto in mezzo alla pochezza della storia, non potendo in effetti fare altro.
Sceneggiatura e regia, tenendo il cast.
Di un sentimentalismo soporifero.
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