Espandi menu
cerca
Departures

Regia di Yojiro Takita vedi scheda film

Recensioni

L'autore

AndreaVenuti

AndreaVenuti

Iscritto dal 29 dicembre 2014 Vai al suo profilo
  • Seguaci 38
  • Post 36
  • Recensioni 622
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Departures

di AndreaVenuti
9 stelle

Departures è un film giapponese del 2008 molto noto per aver ottenuto l'Oscar al miglior film straniero, sfortunatamente nel nostro paese pochi conoscono il nome del regista: Yojiro Takita.

Yojiro è un regista interessante, ha mosso i suoi primi passi nel mondo del Pinku-eiga (film erotici), realizzando diversi film per poi ottenere il primo vero successo di critica e pubblico con No More Comic Magazines! del 1986, film intelligente ed interessante che ragiona con spirito critico sul mondo della stampa giornalistica. Yojiro è stato tra i primi a cimentarsi in un determinato genere: i film sulla vita d'ospedale oltre ad aver diretto (sempre ottenendo buoni risultati) tante commeda.

Come sottolineato da Maria Roberta Novielli (tra le massime esperte di cinema giapponese, amica tra l'altro di un certo Shin'ya Tsukamoto) Yojiro Takita è un autore attivo e di successo e Departures lo dimostra alla perfezione, adesso concentriamoci sul film:

Departures ci racconta la storia del giovane violoncellista Kobayashi che si ritrova improvvisamente disoccupato e decide di ritornare al suo paesino natale (nella prefattura di Yamagata) per ricominciare una nuova vita, accettando un lavoro abbastanza insolito: il tanatoesteta....

 

L'opera di Takita è molto delicata, riesce a parlare alla vita innescando la morte,è un film che racconta emozioni e sentimenti a misura d'uomo, il tutto unito ad uno stile molto personale dove la drammaticità si amalgama alla commedia, cito come esempio due sequenze:

1) L'ncipit del film in media res: il giovane Kobayashi (Masahiro Motoki) ,insieme al suo "maestro" Sasaki (Tsutomo Yamazaki) sono impegnati nella vestizione di una giovane defunta, il regista inserisce improvvisamente una nota umoristica in anticlimax, azzeccata e assolutamente non fuori luogo (la ragazza scopriremo essere in realtà un ragazzo)

2) Sasaki e Kobayasi stanno pranzando insieme, l'anziano maestro rievoca con nostalgia la morte di suo padre e allo stesso tempo si focalizza sulla bontà del cibo da lui stesso preparato : <i coglioni di pesce palla grigliati con il sale sono ottimi>.

 

Da un punto di vista tecnico Takita utilizza uno stile assolumente sobrio, molta macchina fissa ed i movimenti della cinepresa sono minimi ed impercettibili; stile che ricorda Ozu, a tal proposito troviamo una sequenza che conferma questa annotazione: Kobayaski sta bevendo, in un locale tranquillo, con sua moglie e lei stessa esclama : <sembra di essere in un vecchio flm> .

La regia quindi è molto "classica" detto questo il regista inserisce due chicche interessanti:

1)fast motion nella in una delle tante  sequenza nel bagno pubblico del paese, stile che sembra voler omaggiare la commedia muta americana.

2) primo piano obliquo su Kobayashi(dutch-angle): inquadratura che ci comunica angoscia e preoccupazioni del protagonista, non a caso subito dopo ci vengono mostrati flashback significativi del suo passato.

3) Voice-over a tratti introspettiva

 

Ottima anche la colonna sonora, firmata Joe Hisashi.

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati