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Il grande sogno

Regia di Michele Placido vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il grande sogno

di hallorann
4 stelle

IL GRANDE SOGNO
Il Michele Placido attore è universalmente noto, completo e versatile, ha lavorato con tutti facendo di tutto. Il Michele Placido regista, invece, ha esordito nel ’92 con PUMMARO’, storia di un immigrato di colore. Nel ’95 ha portato sul grande schermo UN EROE BORGHESE, dall’omonimo libro di Ernesto Stajano sulla figura di Giorgio Ambrosoli. Nel ’98 firma la sua opera migliore, DEL PERDUTO AMORE, ambientato nella Lucania degli anni cinquanta con un ottimo cast tra cui Giovanna Mezzogiorno. Quattro anni fa con ROMANZO CRIMINALE ha raccolto la sfida di narrare in chiave enfatica e noir le gesta della banda della Magliana, partendo dal romanzo di Giancarlo De Cataldo. Un capolavoro a metà.
  Stavolta ha puntato in alto con un progetto assai ambizioso, mettere in immagini e parole il ’68.
 Il film parte analizzando le ribellioni giovanili ai conformismi di quarant’anni fa, ai professori universitari “tromboni”, alle incomprensioni generazionali tra genitori e figli. Dopo la ricostruzione (peraltro ben fatta) degli scontri di Valle Giulia, il regista segue le esistenze private dei tre, allargando lo sguardo sulla famiglia democristiana di Laura e dei suoi giovanissimi fratelli tenendo il ’68 sullo sfondo e non più in primo piano. La storia di Nicola che lascia la polizia per entrare in accademia è ispirata alle vicende private di Placido uomo. Per il resto egli conferisce a IL GRANDE SOGNO una cifra melò, vizio atavico del recente cinema italiano. Non riuscendo o non volendo fare un cinema civile si preferisce la facile scappatoia del patetico, del dramma intimista, del melodramma che strizza l’occhio al pubblico televisivo. Placido cita e omaggia Bellocchio, i filmati di Silvano Agosti, ma di quei registi e di quegli anni non possiede la radicalità e nemmeno l’originalità. Va giù duro sulla polizia e i suoi metodi ma non basta. Tanto vale rivedersi i film e i documentari dei registi citati e di Bertolucci, Ferreri, Petri etc. per aver un quadro completo e più realistico dell’epoca. Perlomeno va riconosciuta l’onestà del regista nel dichiarare la pellicola destinata alle giovani generazioni che non sanno nulla di quel periodo storico.

  Due parole vanno spese sugli attori: Riccardo Scamarcio (Nicola) convince appieno; Jasmine Trinca pure, anche se sembra recitare sempre la stessa parte in questi ultimi anni; Luca Argentero (Libero) lascia a desiderare come leader del ’68, spesso è inascoltabile. Massimo Popolizio (non il peggiore dei padri padroni possibili) si distingue per qualità. Camei e partecipazioni più o meno significative per Tatti Sanguineti, Silvio Orlando e Laura Morante.

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Sulla trama

IL GRANDE SOGNO racconta la storia di tre giovani nell’arco di quello storico anno: Nicola che arriva dalla Puglia a Roma per entrare in polizia con il sogno di fare l’attore; Libero studente universitario torinese che diventa uno dei capi della contestazione; Laura una giovane studentessa divisa tra ribellione e attaccamento alla famiglia borghese e cattolica. I tre incrociano le proprie vite, Laura si innamorerà di entrambi ma una serie di vicissitudini ed equivoci li dividerà.

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