Regia di Giovanni Veronesi vedi scheda film
Giovanni Veronesi è il regista più nazionalista che abbiamo. Il suo modo di raccontare non ha meriti ma le storie che racconta sono sempre uno spaccato della semplice quotidianità di un individuo dello stivale (qui piuttosto protagonista, lo stivale intendo) che non ha bisogno di molti accorgimenti per divenire comico, avendo doti piuttosto naturali (l'individuo intendo). Due episodi uniti solo dai luoghi comuni che all’estero hanno di noi. Nel primo protagonisti Sergio Castellitto e Riccardo Scamarcio, trafficanti di Ferrari nel paesi arabi, si trovano a fare i conti con le usanze e soprattutto con le regole (cosa a cui noi siamo troppo poco abituati) severe a cui sottostare. Ne viene fuori un pandemonio. Non male l’accoppiata, fantastica l’ambientazione, ancora di più le auto, un po’ favolistico il tutto, ma a noi italiani gli happy ending ci piacciono un casino. Più rude, a tratti eccessivo, il secondo episodio, con protagonista assoluto Carlo Verdone che non ha bisogno di spalle, riuscendo a reggere da solo il peso assoluto dell’intero luogo comune: i nostri connazionali vanno in Russia solo per le prostitute e da lì un intreccio assurdo anche se piuttosto divertente, grazie anche e soprattutto alle facce inimitabili del Carlo nazionale. Una buona commedia, non pretenziosa ne tantomeno volgare. Insomma niente di indimenticabile ma sicuramente nemmeno da dimenticare.
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