Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
Premesso che Will Smith è uno dei miei attori preferiti, in questo film recita una parte che non gli si addice. Un uomo che sacrifica tutto se stesso per gli altri, per un fine molto alto, per carità, ma molto molto opinabile. A tratti commovente, a tratti patetico.
Sicuramente non uno dei film migliori tra quelli di Will, anche se non mi sento di dare l'insufficienza per via di alcune scene cariche di emozione. (Vedi scena finale).
Appunto il finale è - seppur drammatico - quello che dà poi un senso a tutta la storia, un completamento alla sua "impresa" (si può chiamare tale?), un qualcosa che coinvolge lo spettatore.
Patetica è anche la storia d'amore tra lui e la ragazza moribonda, Emily, in cui lui si imbatte solo per aiutarla, ma poi si innamora; un rapporto che si basa solo sul fatto che lei ha bisogno e lui fa qualsiasi cosa per renderla felice, fino al sacrificio finale (eccessivo, ma necessario per concludere in gran stile la storia).
Vero è che un attore si giudica in base alla sua versatilità, alla sua capacità di adattarsi a personaggi differenti, ma fossi stato in Muccino avrei scelto un altro attore protagonista; abituato alle peripezie amorose, al fascino e allo charme di un gentleman come W. Smith, non ho apprezzato la scelta di Muccino per la parte - nonostante questa sia stata comunque interpretata alla perfezione.
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