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Death Sentence

Regia di James Wan vedi scheda film

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Scarlett Blu

Scarlett Blu

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Death Sentence

di Scarlett Blu
6 stelle

Mi hanno un po’ sorpreso le eccessive stroncature che ha ricevuto questo film, secondo me abbastanza immotivate, perché la pellicola pur non essendo un capolavoro del genere dà esattamente quello che promette, ed è inutile aspettarsi verosimiglianza e aderenza alla realtà, o spessore psicologico per i personaggi.

Ammettiamo che la trama non è originalissima, e alcuni elementi sono senza dubbio abbastanza inverosimili e un poco forzati, come la trasformazione del mite protagonista (tutto sommato abbastanza sensata nella dinamica) in un giustiziere duro, formidabile e implacabile.

 

 

Tema già visto e affrontato con esiti alterni in altri film (come il decisamente brutto e deludente ‘Giustizia Privata’ molto più forzato di questo in alcune situazioni, o ancora, il nostro notevole e complesso 'Un borghese piccolo piccolo' con un grande Sordi) questo Death Sentence (Sentenza di morte) del regista di film horror (che io non guardo, quindi non so dire se migliori di questo thriller) James Wan; beh, questo film mi è piaciuto molto più di altri dello stesso filone, perché non pretende di essere altro da ciò che è, un puro film d’azione senza infamia e senza lode, e senza false o stupide ideologie da difendere.

 

 

 

Qui, il personaggio di Bacon per fortuna non è un giustiziere feroce che colpisce degli innocenti (come in Giustizia Privata, connotazione ideologica sgradevole e fortemente negativa in un film del genere) e non è un insospettabile ex agente che avendo fatto parte del sistema sa come e dove colpire.

È un uomo comune dilaniato dal dolore, che vede minacciata la sua famiglia e la sua stessa vita, che rischia di perdere tutto, e molto perde di se stesso e dei suoi affetti, suo malgrado, per tragica fatalità mista a volontà.

Un thriller teso, duro, violento, adrenalinico e anche lievemente inquietante soprattutto nel tesissimo scontro finale tra i due antagonisti.

 

 

È la prova d'attore convincente e poderosa di Kavin Bacon basta a salvare un film altrimenti poco interessante sotto altri aspetti, e il suo personaggio appare a tratti disperato, arrabbiato, disilluso o angosciato, e alla fine determinato con ogni mezzo a raggiungere il suo obiettivo.

 

Nicholas, un normalissimo padre di famiglia, una sera terribile, presso una stazione di servizio vede uccidere il figlio maggiore Brandon, ad opera di una banda di giovani teppisti, ragazzi allo sbando votati alla delinquenza, senza morale o senso di colpa, traviati da figure paterne squallide e deliranti (un notevole John Goodman meschino e sgradevole) pronti a condannare i figli a morte e lasciarli andare alla deriva, (e nella realtà quotidiana esistono situazioni anche peggiori).

 

Deluso dalla giustizia, la rabbia e l’ amarezza lo porteranno a iniziare una personale battaglia che lo vedrà scontrarsi con gli assassini di suo figlio, al punto da trasformarlo in un killer.

 

La vendetta chiama altra vendetta e vittima e carnefice, perseguitato e persecutore si troveranno coinvolti in una lotta senza quartiere dove si travalicherà il confine tra giusto e sbagliato, in un miscuglio dove bene e male, ragione e torto si confondono, e forse collidono.

 

L’azione e la tensione non ci vengono risparmiate e restano costanti per tutto il film, tra sparatorie e aggressioni, minacce, inseguimenti mozzafiato a piedi e in auto, come quello nel parcheggio sotterraneo che si conclude in maniera clamorosa sul tetto di un palazzo, una scena veramente da cardiopalma ben realizzata e diretta, eccessiva e teatrale; altri elementi sono soltanto di contorno e vagamente accennati, come il rapporto con la moglie e l'altro figlio.

Le scene sono adrenaliniche e quella finale è pure carica di una certa amarezza di fondo.

È vero, non mancano forzature e stereotipi, eccessi e qualche caduta di stile, ma credo anche che sarebbero stati difficili da evitare, vista la trama e il genere di pellicola. 

Il film non annoia affatto, merita almeno per questo la sufficienza.

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