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Amelia

Regia di Mira Nair vedi scheda film

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La recensione su Amelia

di FilmTv Rivista
4 stelle

Gli Oscar fanno spesso precipitare le carriere di dive che fino ad allora volavano ad ali spiegate. Da Halle Berry a Nicole Kidman di esempi ce ne sono, ma la pur brava Hilary Swank le batte tutte: dalla vittoria in poi è riuscita a sbagliare copioni con scientifica precisione. Amelia di Mira Nair sembrava fatto apposta per risorgere: un’eroina che ha messo le ali a un Paese intero, una diva che ha aperto un’epoca - il New Deal del trasporto e della comunicazione di massa (dal 1927 al 1937) -, una donna fragile e modernissima. In una parola, anzi due, Amelia Earhart, l’aviatrice che ha traversato da sola l’Atlantico e che per poco non riusciva a fare il giro del mondo. Eppure Mira Nair, regista che da Monsoon Wedding si è imborghesita dandosi al melodramma intellettualoide e ricattatorio, qui di materiale ne aveva. Dal dividersi della protagonista tra il marito George Putnam, scaltro magnate dell’editoria (Richard Gere) e l’amante Gene Vidal (padre di Gore, Ewan McGregor), al suo essere diventata icona pop e pubblicitaria, fino al carattere libero e inquieto. Ma arranca tra scene scontate e dialoghi da soap con una Swank in caduta libera, un montaggio scadente e una regia col pilota automatico. Si vola bassissimo.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 52 del 2009

Autore: Boris Sollazzo

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