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Achille e la tartaruga

Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Achille e la tartaruga

di zombi
9 stelle

anni fa fui folgorato da "hana-bi" e dal mondo sognante e delicato contaminato dalle inevitabili venature di violenza come schizzi di colore sulla tela.

comprai anche la colonna sonora tra le più belle di joe hisaishi. poi venne "l'estate di kikujiro" e m'innamorai perdutamente di questo strambo giapponese con la faccia disfatta e un tic da un occhio e via col recupero all'epoca della sua opera omnia o quasi.

grazie ovviamente ad una rassegna che quei "santi subito di fuori orario" gli dedicarono(sono sicuro che bergoglio se glielo chiedo una nicchietta gliela trova al posto di de pedis magari;-P)poi da noi, nei nostri cinemas, come un autore diventa il begnamino, tutto d'un tratto sparisce e non se ne sa più nulla. e ora finalmente questo "akiresu to kame". non ero molto per la quale bruciato da "takeshis" di qualche anno fa che mi aveva annoiato e fatto dormire. questo è il kitano che preferisco, sognante e disilluso, infantile ma con un piglio adulto che lo differenzia da gli altri e soprattutto con la ferma intenzione di fare ciò che desidera contro tutto e purtroppo tutti. ciò che amo di questo modo di kitano di scrivere e dirigere è di farti accorgere che stai guardando il film con un sorriso che a volte si trasforma in una risata, ma immediatamente dopo(oramai non del tutto inaspettatamente, ma che ancora riesce a sorprendere e spiazzarti come suo "modo di...")di levarti "quel cazzo di sorriso dalla faccia, che non c'è un cazzo da ridere..." perchè magari un ragazzetto che deve crescere si getta da un ponte perchè una barista l'ha illuminato che "se l'ispirazione non è ancora arrivata, non arriva più tranquillo". il beat takeshi che interpreta scagnozzi della yakuza ti pianta un cazzotto sul naso che te lo rompe e dipinge un irreale tela bianca di rosso vermiglio. kitano takeshi ti spiega del perchè del titolo. machisu per tutta la sua vita cercherà una sua via alla pittura che qualcuno immancabilmente si premurerà di precludergli. per lui non c'è spazio nell'arte, senza mezzi termini definita una bufala da un cuoco ad un chiosco. e l'arte parte integrante di machisu come il sangue o la figlia machisu l'ha sicuramente incontrato e coltivato, ma coloro che contano(i critici) continuano a mettersi tra lui e la fama e il successo, magari poi vendendo i suoi quadri, se non ad un museo o ad una galleria, in un ristorante. tutto ciò che gli viene detto di esplorare, machisu lo esplora imitando e personalizzando, ma senza mai arrendersi e soprattutto scomporsi. anche quando trova la donna della sua vita che lo capisce e lo ama, anche quando avrà una figlia, anche quando questa figlia se ne andrà di casa e diverrà una prostituta, anche quando questa figlia morirà e machisu userà il viso della figlia morta per esplorare i confini estremi dell'arte. takeshi kitano riesce utilizzando takeshi kitano e il beat takeshi delle produzioni più popolari a meravigliare nuovamente il suo pubblico, a sconvolgerlo e a portarlo alla soglia delle lacrime con la semplice maestria dei grandi. 

nel suo modo di vedere c'è ancora l'innocenza del bambino che deve scoprire per capire. scoprire anche attraverso la morte, l'affidamento a degli zii che non lo vogliono, all'orfanotrofio e per finire attraverso la morte della propria discendenza e della sua, in un'insana ricerca del fuoco sacro dell'ispirazione che rende geniali i grandi, dipingendo financo in un capanno in fiamme. achille riuscirà a raggiungere la tartaruga solamente quando darà un calcio ad una lattina di coca-cola accartocciata che si voleva vendere per 200000 yen.

Takeshi Kitano

Achille e la tartaruga (2008): Takeshi Kitano

assurda comicità di marito e moglie(di cui la figlia si vergogna)colti in flagranza di delitto nell'abbellire una serie di saracinesche. i proprietari ottengono di far ridipingere di bianco coprendo i graffiti, seduti a guardare che il tutto venga eseguito come richiesto. esattamente come il critico a cui per tutta la vita machisu tenta di vendere quadri. fare quello che ti si dice, chiedendo scusa per di più. 

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