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Il Buono, il matto, il cattivo

Regia di Kim Ji-woon vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Il Buono, il matto, il cattivo

di AndreaVenuti
8 stelle

Il buono, il matto, il cattivo, Kim Jee-woon, 2008

Onnipotenza tecnica del grande Kim Jee-woon, 139 minuti di puro delirio virtuosistico dove ogni sparatoria rappresenta una sorta di mini film da analizzare fotogramma per fotogramma. Ovviamente l'omaggio sentitissimo dell'autore coreano al nostro Sergio Leone è lampante fin dal titolo, seguito poi da tanti archetipi proposti nel corso dell'opera (dai personaggi spinti solo dal denaro a paesaggi e villaggi polverosi e dimenticati da Dio), ma Kim Jee-woon non si accontenta di un semplice omaggio ed ecco che mescola il tutto con una regia che a sua volta richiama i più disparati maestri del cinema di Hong Kong.
 
Ritorniamo dunque sulle sparatorie, un susseguirsi facinoroso e travolgente di sangue e proiettili, spettacolarità dirompente tale da ricordare il miglior John Woo (Song Kang-ho non a caso impugna spesso due pistole) benché la messa in scena sia agli antipodi (assente, tranne nel pre-finale, lo slow motion); contemporaneamente gli scontri richiamo pure un certo cinema di Jackie Chan con
Kim che rielabora la maestosa gestione dello spazio scenico di Jackie e quindi una semplice canna di bambù può trasformarsi in una via di fuga e subito dopo in un'arma. Non contento Kim chiama in causa perfino Tsui Hark (nel secondo assedio Jung Woo-sung per spostarsi tra un tetto e l'altro usa una sorta di cavo richiamando la tecnica del wirework, molto amata da Hark) e nello specifico la sua verve nella rappresentazione delle scenografie: i villaggi del film sono si polverosi e decadenti ma ricchissimi di particolari con l'inquadratura zeppa di "cose" (pensiamo a Detective Dee).
Volendo spingerci un po' oltre notiamo altresì un velato messaggio politico, molti personaggi sottolineano di come il loro paese sia stato svenduto ai giapponesi e qui possiamo leggerla quasi come un'allegoria del presente con gli americani sempre più presenti sul suolo coreano.
 
Comunque spettacolo purissimo, un western fantasmagorico.
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