Regia di Kim Ji-woon vedi scheda film
Nord, sud, west Corea, questa ci mancava e visto il risultato de Il buono,il matto e il cattivo, in parte ne avevamo bisogno. Sfida orientale al genere per eccellenza, il western, seppure di matrice spaghetti e dal doveroso tributo al nostro Sergio Leone, questo film di Kim Ji Woon contrappone maledettamente bene retorica del linguaggio western ad antiretorica delle immagini, usando tecniche, soluzioni narrative, espedienti figurativi che vanno dalla ricostruzione classica al surreale, al post moderno, al piacere di un racconto svincolato da ogni limite possibile imposto dal genere. La storia in sè è decisamente banale, e proprio qui si poteva ambire a qualcosa di più congegnato, ma quello che conta per il regista è la sua rappresentazione- manipolazione, tecnicamente sorprendente e spettacolare che mira a divertire lo spettatore in maniera onesta. Kim usa un linguaggio visivo emancipato e mai banale, a cui siamo abituati dal cinema coreano più serio, è citazionista e distorsivo ma mai fotocopia abbellita, il regista inserisce particolari, dettagli, azioni frenetiche non solo inusuali ma cogliendo punti di vista che tengono alto il livello del divertissement ( e ci tengo a sottolineare questo aspetto) che resiste dall'inizio alla fine. Film contrassegnato dal continuo flusso di immagini con prospettive e direttrici che lasciano ovunque tracce del loro passaggio, tramite l'uso simbolico di riferimenti del tutto nuovi in sostituzione delle icone di genere. I colori saturi e la colonna sonora autoironica contribuiscono ad affievolire la mancanza di spessore della storia, e soprattutto non fanno sentire la nostalgia per gli effetti speciali invasivi o per una costruzione troppo digitalizzata a tavolino, in favore di questa esperienza visiva di puro divertimento e al tempo stesso matura nel modo di rappresentarsi.
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