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Burn After Reading. A prova di spia

Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film

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La recensione su Burn After Reading. A prova di spia

di mc 5
10 stelle

Capolavoro. "Esagerato?". Non direi. Regìa geniale, che trasuda inventiva e intuizioni azzeccatissime. Cast spaziale, con attori talmente bravi da potersene quasi innamorare. Scelta delle musiche sorprendente (almeno per 3 brani sparsi tra il trailer e i titoli coda). Non si discute: è un film girato con mano felicissima. Accidenti, questo film da 10 e lode arriva nelle sale seguendo quasi a ruota un altro film che ha fatto incetta di Oscar: roba da non crederci. E qualcuno non ci si provi nemmeno a dire che "dopotutto è solo una commedia leggera": commedia noir o thriller che sia, resta uno dei più intelligenti, caustici e riusciti film dei Coen. Se vogliamo, possiamo anche aggiungerci che è uno dei meglio recitati: c'è una alchimia meravigliosa tra i vari attori e anche i dialoghi fanno tutti le scintille! Anzi, sapete che vi dico? Che, eccezionalmente, non mi va nemmeno di raccontare la trama, perchè mi sembrerebbe di banalizzare il film. Mi limito a dire che dentro questo guazzabuglio ci finiscono: files segreti della CIA, servizi segreti russi, istruttori di palestre, cuori solitari, liposuzioni, aggeggi erotici...(un bello schiaffo, praticamente, agli sceneggiatori hollywoodiani in crisi di idee, no?). Dalla pellicola emerge quello sguardo scettico e leggero sul mondo che solo i Coen, campioni del divertimento grottesco e farsesco, sanno rappresentare a questi alti livelli. Anche la sceneggiatura è fondamentale per come intreccia, in modo sapiente ed apparentemente un pò complicato, i destini dei vari personaggi: e anche qui non si trova una sbavatura nemmeno a cercarla. Questo è dunque "cinema d'attori", ma anche "cinema di sceneggiatura" nonchè "cinema di idee". E occhio ai dettagli: tipo le magliette-divisa della palestra, sono carine, scommetto che qualcuno vorrebbe già possederne ed indossarne una (io, per esempio!). E mi viene in testa un pensiero: a chi cavolo sarebbe mai potuto venire in mente di creare un collegamento fra il mondo dei servizi segreti e quello delle palestre, se non ai nostri "fratellini"?! In questo "teatrino" umano in eterna fibrillazione che viene rappresentato nel film, nessuno, ma proprio NESSUNO, è soddisfatto di quello che è; matrimoni che vanno in pezzi, persone sole che cercano contatti umani attraverso annunci su internet, persone che cercano improbabili "svolte" affidandosi alle mani di un chirurgo estetico....insomma tutti alla ricerca di una parvenza di serenità, non importa se effimera o apparente, perchè l'importante è che qualcosa cambi e si plachino le ansie e l'insoddisfazione, pur correndo il rischio di affidare i propri sogni di cambiamento alle persone sbagliate. Certi dialoghi del film sono talmente brillanti e scintillanti che nasce la curiosità (almeno in me) di sapere se questi attori che si mettono in gioco quasi trasformandosi in macchiette di sè stessi, fino a che punto sono scientificamente guidati e diretti dai Coen, e fino a che punto sono stati lasciati liberi di metterci del proprio, ma questo credo non lo sapremo mai. Io comincerei da colui che giganteggia su tutti come resa attoriale, un prodigioso John Malkovich in stato di super grazia. Io ho addirittura visto il film una seconda volta proprio per poter osservare tutti i dettagli espressivi del volto di Malkovich: è straordinario osservarne la mimica facciale e il modo di gesticolare nei numerosi accessi di rabbia che lo assalgono durante il film, un'autentica lezione di recitazione (anche corporea) per ogni giovane attore esordiente in cerca di riferimenti. Poi ci sono i due "boys" del gruppo: Clooney e Pitt, che qui esibiscono due interpretazioni coi controfiocchi, con due ruoli che offrono loro il destro per istrioneggiare da consumati narcisi. Magistrale poi nell'esibire una freddezza e un algido distacco che nascondono abissi di insoddisfazione, la superlativa Tilda Swinton. Come bravo pure è l'ottimo Richard Jenkins, pur se sacrificato dal ruolo trattenuto e un pò triste di un uomo che prova attrazione per una donna che neanche se ne accorge. Autorevole, un vecchio leone hollywoodiano che anche qui ci "ammolla" la sua zampata: sto parlando del veterano J.K. Simmons, una delle "facce da cinema" più belle di Hollywood. La sua espressività sorniona si esplica in tutta la sua magìa nelle ultimissime immagini del film, nel corso di un clamoroso dialogo finale all'insegna del grottesco più dirompente. E per chiudere, la mia adorata Frances McDormand (notoriamente accasata con uno dei due Coen, non ricordo quale). Attrice dall'espressività particolare, donna non certo bellissima secondo i consueti canoni, ma che emana un tipo di fascino singolare. Osservare il suo volto mobilissimo mentre recita è per me un autentico piacere. Ok, li ho nominati tutti. E concludiamo con un aspetto (quello musicale) che nessuno, sui media, ha indagato, e sul quale vorrei spendere due parole. Le scelte dei Coen evidenziano come il loro approccio verso la scena musicale sia orientato alla ricercatezza e al buon gusto. Cominciando dalla fine, sui titoli di coda ci viene proposto un gioiello, "CIA Man" performed by the FUGS...ma voi lo sapete chi cavolo erano i Fugs? Uno dei gruppi più anarchici e folli della controcultura americana della fine degli anni 60, degli autentici poeti della follìa creativa. Poi ci sono un paio di brani che, curiosamente, impazzano nel trailer, ma di cui pare non vi sia traccia nel film (non ho capito il perchè). Si tratta dell'efficacissima "Grounds for divorce" suonata dagli Elbow, ma soprattutto la piuttosto nota "I got a line on you", interpretata da uno dei gruppi più leggendari della storia del rock'n'roll, gli Spirit, gruppo che -in anni lontani- amai alla follìa, guidati dall'immenso Randy California. Grazie di cuore, fratelli Coen. Se avete bisogno, io sono qua.
Voto: 10

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