Regia di Michael Cimino vedi scheda film
Il protagonista è del tutto sopra le righe. Cimino lo introduce seguendo il suo ingresso in un mondo di violenza che sembra avere inizio proprio con la sua entrata in scena. Infatti i primi omicidi hanno l'aria di essere nella norma, di coesistere con gli accordi e i funerali.
D'ora in poi stampa e stanley white saranno le onde deformanti di ogni scena, assieme alle gang, nelle sparatorie, nel funerale di Connie, nelle cucine dei ristoranti.
White non perde un'inquadratura per far esplodere la propria spacconaggine polemica, contraddicendosi di sequenza in sequenza, trovando sempre nuovi bersagli per la propria incazzatura. La sua è un'amoralità conclamata e cosciente di sè, che lo porta a trascinare nella sua "crociata" le vite di chi gli sta attorno.
La pellicola inscena un ciclone di comizi e carnaii, il cui occhio consiste in un finale ad anello, ma tutto sommato rassicurante.
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