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Love Shooting

Regia di Steven Schachter vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Love Shooting

di Paul Hackett
4 stelle

Il depresso produttore cinematografico Charlie, in maniera quantomeno bipolare, passa da un tentativo di suicidio all'entusiasmo per un copione (sullo statista inglese di origini ebree Ben Disraeli) consegnatogli dal nipote, talentuoso aspirante sceneggiatore. In maniera molto hollywoodiana, dapprima Charlie tenterà di trasformare un film storico in una commercialissima pellicola d'azione, coinvolgendo il divo di colore Bobby Mason nel ruolo di un improbabilissimo Disraeli/Rambo, poi, costretto dal rapimento di Mason e convinto dalla collaboratrice Deidre, decide, all'insaputa degli studios, di realizzare finalmente un film di qualità. Steven Schachter (regista prevalentemente televisivo, con una serie infinita di tv movies nel suo curriculum, molti dei quali interpretati proprio da William H. Macy, evidentemente suo vecchio sodale) scrive e dirige una fiacca satira di Hollywood, partendo da uno spunto estremamente sapido (la progressiva trasformazione di un copione di qualità in una porcata commerciale da quattro soldi) per scivolare rapidamente nella più scontata pochade che, tranne qualche gag simpatica (il muscolosissimo divo di colore che, convertito all'ebraismo, gira con un rabbino al seguito per valutare la conformità dei suoi comportamenti ai dettami della Torah, l'attrice "cagna" che non riesce a lanciare la bomba a mano) non diverte praticamente mai. Discreto ma senza grandi guizzi il cast: William H. Macy (anche co-scenaggiatore e quindi colpevole al 50% del naufragio di "Love Shooting") è bravo come sempre ma il suo personaggio è troppo caricaturale per risultare convincente, l'ex-fidanzatina d'America Meg Ryan mette tristezza per la sua incapacità di invecchiare serenamente, Elliott Gould è sprecato, LL Cool J poteva essere sfruttato meglio. Regia piatta (e aggiungerei "televisiva", se non fosse scontato) del già citato Schachter. Voto mediocre.

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