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The Great Debaters. Il potere della parola

Regia di Denzel Washington vedi scheda film

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La recensione su The Great Debaters. Il potere della parola

di supadany
7 stelle

Non manca certamente l’impegno civile a questa opera seconda da regista di Denzel Whashington, semmai si può avanzare la critica che le emozioni che sgorgano, perché comunque questo succede, lo fanno in maniera non sempre naturale e spesso sono anche piuttosto prevedibili.

Melvin B. Tolson (Denzel Whashington) è un professore universitario degli anni ’30 impegnato a combattere contro i pregiudizi razziali e non solo.

Nel college di Wiley in Texas, Stato tutt’altro che aperto verso gli uomini neri, costituisce un gruppo di discussione in grado di farsi valere contro avversari ben più titolati fino ad arrivare a meritarsi la sfida con il team di Harvard indiscusso leader nazionale in tema di dibattiti.

 

 

Classico film che s’impegna a fondo per elevare al massimo il messaggio di cui è consapevole portatore, ma che dallo stesso finisce per essere, almeno in parte, intrappolato dallo stesso.

La parola prende così il sopravvento su tutto il resto, che comunque non mancherebbe (vedi per esempio il rapporto padre e figlio tra i due Whitaker che nella vita reale non sono comunque imparentati come invece, anche per una certa somiglianza, si è portati a pensare), ma che in ogni caso non viene, fatto salvo rare eccezioni, portato avanti sempre con incisività e determinazione.

E tutta l’operazione appare sinceramente ordinata e composta, probabilmente pure troppo, con “duelli” verbali troppo puliti lasciando la sensazione di non voler correre il rischio di perdere il polso della situazione faticando in questo anche a far scattare la scintilla dell’entusiasmo.

Rimane comunque un film con buoni momenti, in certi casi è quasi impossibile non lasciarsi andare, che complessivamente scorre piuttosto bene e con anche alcune scelte felici al seguito (come per esempio quella di Denzel Whashington di rimanere in disparte nel momento decisivo per lasciare spazio alle nuove leve).

Volitivo, probabilmente un po’ troppo “precotto”. 

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