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200 Motels

Regia di Tony Palmer, Frank Zappa, Charles Swenson vedi scheda film

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La recensione su 200 Motels

di mm40
3 stelle

La vita ‘on the road’ di una rock band, preoccupata principalmente di racimolare donne, soldi e divertimento.

 

“Life on the road”, dice una voce off nei primi istanti del film: è proprio tutto qui, al centro di questo squinternato film c’è semplicemente la vita in tour di una rockband, più precisamente le Mothers of invention capitanate da Frank Zappa. Una vita messa in scena sotto forma di fiction, ma evidentemente ispirata alle concrete esperienze racimolate dal gruppo durante i precedenti anni; particolare ossessione è riservata alle groupies, cioè alle ragazze disponibili che seguono i musicisti non soltanto in qualità di fans. Le bizzarrie di 200 motels molto presto stancano, sia detto chiaro: cento minuti di scenette sconclusionate legate assieme alla bell’e meglio sono eccessivi e una vera e propria trama purtroppo non c’è. Indubbiamente Zappa aveva in mente altro all’inizio delle riprese e lo ha dichiarato a più riprese; ma insorsero problemi con l’orchestra (la Royal Philharmonic Orchestra, niente di meno) e così pure con il regista ‘fattuale’ Tony Palmer, giovane e con un buon curriculum televisivo alle spalle, ma incapace di gestire (o, meglio, probabilmente di sopportare) il caos creativo zappiano e dimissionario dal set a metà della lavorazione del film. Pertanto la regia viene accreditata sia a Palmer che a Zappa, sebbene nei piani iniziale il secondo dovesse essere solamente la mente che guidava la mano del primo. Idem per la sceneggiatura: attribuita a Zappa, con la collaborazione di Palmer. Due guest star compaiono qua e là nella pellicola: Keith Moon (nei panni di una suora sporcacciona, nulla di più adatto al personaggio) e Ringo Starr, che interpreta il nano pervertito Larry (truccato e imparruccato per somigliare a Zappa, oltrettutto), cosa abbastanza assurda se si considera che proprio in quel periodo l’ex batterista dei Beatles si stava reinventando come cantante confidenziale e per famiglie con l’accoppiata di album Sentimental journey e Beaucoup of blues (entrambi del 1970, entrambi composti da standard jazz / blues / country). 3,5/10.

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