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Cemento armato

Regia di Marco Martani vedi scheda film

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La recensione su Cemento armato

di scapigliato
8 stelle

Sembra impossibile che lo sceneggiatore dei cinepanettoni abbia virato su tutt’altro genere per il suo esordio dietro la macchina da presa. Eppure è così. Marco Martani riporta Nicolas Vaporidis e Giorgio Faletti uno contro l’altro, privandoli però del linguaggio brillante della commedia, a pochi anni di distanza da “Notte Prima degli Esami”. Per descrivere il film si è usato impropriamente il termine di noir. Il noir è tutta un’altra cosa. Se definissimo “Cemento Armato” un noir allora “Il Bandito della Casbah” cosa sarebbe? E “Il Grattacielo Tragico” e “Detour”? Anche il nostro “Quo Vadis, Baby?” cosa sarebbe se la pellicola di Martani fosse un noir? Il noir è un’altra cosa. Così il film sarebbe un poliziesco? Forse. Ma la polizia non è il motore della vicenda, e il protagonista, un’antieroe de noantri, non è nemmeno un detective privato. Certo che il fatto che il personaggio di Vaporidis sia un delinquentello fa si che “Cemento Armato”, trattanto di lui contro il boss di quartiere, possa essere un noir. Almeno sulla carta. Credo piuttosto che tra noir e poliziesco, il film di Martani sia un dramma metropolitano, o più essenzialmente un duel-thriller, dove al centro di tutto e motore di tutto c’è il duello tra i due personaggi. La diatriba sui generi non finirà mai, e si rinnova col tempo. Cosa fa genere? L’iconografia? La struttura della storia? I personaggi? Il costume? “Cemento Armato” potrebbe essere pure un western, anche perché lo riprende chiaramente nel finale sul ponte, come aveva fatto Placido in “Romanzo Criminale” col duello tra Rossi Stuart e Fassari fuori dalla chiesa. Tant’è che esiste pure il termine di western-metropolitano con cui indicare storie dagli archetipi western ma traslate nelle città. É stato il caso di film come “The French Connection” o tutta la serie dell’Ispettore Callahan così come per i nostri polizieschi all’italiana che di fatto si sostituivano allo spaghetti-western, e potrebbe essere anche il caso di “Cemento Armato”. Non è inutile questo zigzagare tra teorie sui generi, perché il genere richiede una forma precisa, e si sa: la forma è il contenuto. Automaticamente il film di Martani si potrebbe leggere con più facilità. Ma nonostante questo la pellicola si vede ugualmente bene, anche perché portando i livelli narrativi più sul melodramma che sul genere della “pistola” o della “città armata”, vira decisamente verso una pratica tipica italiana di amori e amorucci ricercando un taglio pure popolaresco. Sul finale si riprende con grandiosità grazie alla pura azione non gratuita: Vaporidis cerca disperatamente di salvare la madre, poi cerca il Primario di Faletti fino alla resa dei conti tutta da godere. Dalla morte del “nero” Said il film si gusta per il suo lato di genere, ma fino a poco prima, a parte qualche sussulto, il film è normalissimo e non suggestiona più di tanto.
Il parco attori è ben nutrito. Faletti, su tutti, è un’artista a 360°. Cabarettista, cantante, scrittore di successo e poi anche attore. Certo gli calzano meglio i ruoli brillanti, nonostante un physique-du-role adatto anche ai gelidi cattivi. Lo tradisce la voce. Che poi diventa però la caratteristica di un cattivo che è poi un uomo comune. Se Faletti nella realtà fosse un assassino, avrebbe comunque questa voce, e ucciderebbe lo stesso. Nicolas Vaporidis, che piace, non fa comunque paura come duro, è più un disperato di mezza categoria. Ma l’attore si vede che ha una presenza scenica buona, limitata però da un’anima più brillante che drammatica, nonostante per questo ruolo si sia un po’ imbruttito con barba incolta capelli ingellati, tamarrato nel look, ecc. La Crescentini invece è davvero brava e stride infatti nel film, che tutto sommato non approfondisce il discorso sugli attori e i loro caratteri. Ninetto Davoli può solo far piacere e infatti è genuino e romanesco solo a guardarlo. Piacevole sorpresa quella invece di Paolo Bernardini che anche in un ruolo di contorno ha qualcosa che lo rende più interessante e che forse avrebbe meritato un ampliamento del personaggio. In definitiva un buon cast che funziona, anche se non come avrebbe potuto in altri contesti.

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