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Le ragioni dell'aragosta

Regia di Sabina Guzzanti vedi scheda film

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La recensione su Le ragioni dell'aragosta

di LorCio
7 stelle

A due anni di distanza dall’importantissimo “Viva Zapatero!”, Sabina Guzzanti torna sul grande schermo per raccontare una storia diversa apparentemente, ma che riflette ancora sullo stato della satira e della società italiana. Non è comunque quello il tema centrale. Il nuovo “Le ragioni dell’aragosta”, terza opera dell’attrice-comica-regista-autrice di se stessa, è un film, che in realtà non è un film, insolito, anomalo, oserei dire anarchico. Non è un documentario, ma non è neanche completamente pura fiction. Appartiene al genere del mockumentary, ossia la finzione scenica che si amalgama col documentario, ed è, innanzitutto, un ritratto agrodolce di un gruppo di amici. La pellicola, l’opera di finzione -ma fino a che punto?-, vede, inizialmente, Sabina in trasferta in Sardegna, esattamente in una sperduta località dal nome profetico, Su Pallusu. Vuole convincere il vecchio compagno d’avventure Pierfrancesco Loche a tornare a recitare, spronandolo ad uscire così da un ostinato autoesilio. Ma qui viene a conoscenza del forte disagio che colpisce i pescatori della zona: l’attività sta vivendo un declino inarrestabile per la mancanza di fauna marina. E allora che fa Sabina? Decide di mettere su uno spettacolo per sensibilizzare l’opinione pubblica. Richiama i vecchi amici Francesca Reggiani, Cinzia Leone, Antonello Fassari e Stefano Masciarelli. La nostalgia è canaglia, si sa. Dopo un iniziale entusiasmo, i membri della combriccola si accorgono di non sentirsi a loro agio: dalla Leone che viene travolta da un pianto disperato -si rende conto che una parte di se è morta con il traumatico incidente che l’ha coinvolta- alle titubanze della Reggiani, dalle insicurezze di Loche fino all’angoscia che assale l’attore impegnato Fassari. E anche la promotrice dell’evento, ad un certo punto, comincia a rompersi le balle e s’interroga sul mondo che la circonda, sulla satira che non svolge più la sua funzione, sul ruolo di se stessa all’interno della società. Anche se la stessa Sabina lo nega, “Le ragioni dell’aragosta” è un piccolo grande freddo all’italiana assolutamente non pretenzioso, che riunisce dopo 15 anni gli avanzi di “Avanzi”, la memorabile trasmissione di Raitre che diede un nuovo volto alla tv nostrana. Il problema dei pescatori è solo un pretesto per riflettere su una più ampia situazione di grottesca paradossalità, un’Italia sempre più rincretinita da chiacchiere di una classe dirigente mediocre e superata. E il parallelismo -un po’ forzato, in verità- con le vicende degli operai Fiat anni ’70 -uno dei pescatori è Gianni Usai, operaio della fabbrica degli Agnelli durante quegli anni caldi- incuriosisce, le immagini d’epoca conferiscono al film una discreta dose di malinconia. E di malinconia sono anche pervasi i momenti di crisi dei protagonisti -in particolar modo Cinzia Leone, qualcosa di più di una semplice recitazione-, amare e talvolta anche rassegnate. Ma è, soprattutto, un film che fa molto ridere, divertente e spensierato in svariate occasioni. Le risate le assicurano, tra gli altri, un Loche rinato che canta la cover di Sandokan e suona la batteria, racconta aneddoti e storielle istruttive come quella del brodo, Masciarelli che imita l’Avvocato e i ricordi della Reggiani relativi ad un precedente incontro con Loche -fin quanto irreale?-. Su tutti svetta però lo spirito audace e agrodolce di Sabina Guzzanti, sempre più grillo parlante -alquanto saccente- o coscienza critica di una parte di paese che ha ancora voglia di rinascere. Un film tenero e collettivo, realizzato con la passione, la sincerità, il calore, la creatività di artisti che non si arrendono. Neanche di fronte all’ammutinamento delle aragoste.

Sulla colonna sonora

Molto azzeccata.

Cosa cambierei

Voto: 7.

Su Cinzia Leone

Molto più che una semplice recitazione, malinconica e illuminata. È un’attrice scandalosamente sottoutilizzata.

Su Francesca Reggiani

È bravissima.

Su Pierfrancesco Loche

Un ritorno graditissimo e sorprendente. Sandokan!

Su Sabina Guzzanti

Tenace, combattiva, appassionata.

Su Sabina Guzzanti

Tenace e combattiva, molto bene.

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