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Sukiyaki Western Django

Regia di Takashi Miike vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Sukiyaki Western Django

di AndreaVenuti
8 stelle

Sukiyaki Wester Django è un film giapponese del 2007, diretto da Takashi Miike. Il film è visibile gratuitamente e legalmente sulla piattaforma streaming VVVVID.

 

Sinossi: Periodo Heian. In un remoto villaggio giapponese due clan rivali si contendono il territorio; un giorno un pistolero senza nome giunge sul luogo e gli equilibri già precari esploderanno definitivamente, dando vita ad una battaglia senza esclusione di colpi...

locandina originale

Sukiyaki Western Django (2007): locandina originale

Takashi Miike ha più volte dichiarato il suo amore per gli spaghetti-western, genere che guardava sempre da bambino insieme al padre e nel 2007 ha finalmente l'occasione di poter realizzare questo suo particolare sogno ma visto che stiamo parlando di un genio come Miike il film in questione non poteva tramutarsi in un semplice omaggio.

Sukiyaki Western Django è una sorta di chambara-western folle, un vero e proprio caleidoscopio degno del miglior Miike e l'incipit lo dimostra chiaramente giocando a carte scoperte.

 

Il film si apre in medias res, come spesso succede con Miike, con un personggio misterioso (Pringo) interpretato da Quentin Tarantino; il nostro Quentin si trova subito accerchiato da vili banditi tuttavia le sue pistole sono veloci come il vento e da una situazione apparente di stallo si passa subito ad un vorticoso conflitto a fuoco.

Fin qui tutto bene ma ciò che più sorprende di questa scena sono i fondali e le scenografie volutamente e visibilmente false, di matrice fumerristica. Ad esempio il sole è appeso con un filo, il monte è chiaramente un disegno oppure quando Pringo (Tarantino) uccide un pistolero vediamo il sangue di quest'ultimo imbrattare il cielo.

Tutti questi errori volontari oltre ad essere un primo segno della genialità di Miike, sono una sorta di omaggio-parodia del regista ad alcuni western italiani dove molte volte venivano commessi sbagli del genere.

Come già scritto il film nasce come un sentito omaggio verso gli spaghetti-western e lo si evince dal soggeto (si riferisce a Per un pugno di dollari di Leone) passando poi ai tantissimi richiami stilistici (la macchina da presa bassa che si focalizza sull'entrata in campo di un personaggio iconico o le panoramiche a schiaffi sui primi piani dei pistoleri), ai dettagli di scena (la mitragliatrice dentro una bara, richiamo al già citato film di Corbucci) senza dimenticarci del titolo (riferimento al celebre Django di Sergio Corbucci) tuttavia proprio dal titolo (Sukiyaki è un tipico piatto giapponese) capiamo come il film sia molto di più di un "semplice" guilty pleasure ed ecco che nel corso dell'opera troveremo disseminate alcune sequenze fuori di testa tipiche dello "stile Miike".

Pensiamo alla scena dell'assalto dei bianchi alla taverna, dove si trova il protagonista che si metterà in salvo buttandosi dalla finestra della sua stanza; nel momento del lancio, Miike opta per un freeze frame subito accompaganto da zoomate frammentate, uno stile che richiama una certa tipologia di cartoon americano (Looney Tunes ?).

Oppure impossibile non citare la scena d'azione inerente al passato di Bloody Benter, girata come se fosse un trailer rievocando i fake trailer tanto amati da Tarantino (un qualcosa di analogo lo troviamo nel recente Batman Ninja di Jumpei Mizusaki).

Sukiyaki western Django è inoltre caratterizzato da una serie di personaggi estremamente bizzarri, altro elemento tipico di Miike.

Yoshitsune ad esempio  è un pistolero amante della katana, il quale pur sbeffegiando alcuni atteggiamenti tipici dei samurai (critica il loro egocentrismo) apprezza l'arte e fisolofia della spada.

Eccentrico anche Kiyomori, capo clan dei rossi, il quale afferma di amare le opere del drammaturgo Shakespeare; dichiarazione estremamente simpatica per via della sua natura anacronistica poichè il noto poeta non era ancora nato nel periodo in cui si sviluppa il film (battaglia di Dan-no-ura).

 

Un altro aspetto molto presente nella filmografia di Miike e riproposto qui è una sessualità atipica (anche se meno estrema rispetto a molti capolavori del passato) e mi riferisco alla storia della sventurata Shizuka che dopo essere stata stuprata da entrambi i capi clan, si sottomette completamente a Yoshitsune.

Omaggio particolare del maestro Miike ad un genere importante per il nostro paese nonostante sia stato spesso bistrattato e poi rivalutato grazie anche ad alcuni registi autorevoli come Tarantino, qui presente in veste di attore. Da vedere assolutamente.

 

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