Regia di Steve Bendelack vedi scheda film
Seconda puntata sul grande schermo, a 10 anni dalla prima, per il celebre personaggio creato da Rowan Atkinson. Piuttosto fiacca e spuntata la prima parte del film, molto più cattivo e divertente invece il catastrofico finale al festival di Cannes.
Il ritorno sul grande schermo del celebre combinaguai Mr. Bean è una sorta di omaggio alla comicità di Jacques Tati, del quale alcune scene vengono apertamente riproposte da Atkinson. Una su tutte: quella in bicicletta!. È però anche un ritorno con le polveri bagnate per un personaggio che sulla breve distanza (ovverosia in TV) sembra rendere meglio che non sugli interi novanta minuti di un lungometraggio. La comicità a cui riesce qui a dar vita è piuttosto moscia per tutta la prima parte, e onestamente se non fosse per la mezz'ora finale al festival di Cannes boccerei il film senza pensarci su un momento. La presa per i fondelli della figura del cineasta impegnato, quello da festival insomma, interpretato molto simpaticamente da Willem Defoe, salva però la baracca lasciando intuire che verve e sana cattiveria non sono del tutto scomparse. La scena in cui il regista va in brodo di giuggiole alla proiezione del proprio film-mattone, ignaro/incurante del fatto che il resto del pubblico in sala sta lentamente e inesorabilmente scivolando tra le braccia di Morfeo, è semplicemente grandiosa. Sorprende, infine, che il film sia risultato un enorme successo di cassetta, quasi pari a quello del primo film (“Mr. Bean – L'ultima catastrofe”), con la notevole differenza però che mentre quello era uscito quando il successo televisivo di Atkinson era al suo punto zenit (1997), questa trasferta francese arriva con un decennio buono di ritardo sul periodo d'oro del Signor Fagiuolo.
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