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La ragione del più debole

Regia di Lucas Belvaux vedi scheda film

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La recensione su La ragione del più debole

di joseba
8 stelle

Liegi. Patrick (Eric Caravaca), Robert (Claude Semal) e Jean-Pierre (Patrick Descamps) sono disoccupati, invalidi del lavoro o operai siderurgici in pensionamento anticipato. Tra partite a carte e cordiali bevute al bar dove si ritrovano tutte le mattine, i tre conducono un'esistenza di basso profilo nei dintorni di un quartiere industriale. Finché il motorino col quale la moglie di Patrick (Natacha Régnier) si reca al lavoro si guasta irreparabilmente: per acquistarne uno nuovo i tre provano prima a giocare al lotto senza successo, poi, approfittando dell'arrivo in zona di Marc (Lucas Belvaux), ex detenuto attualmente impiegato in una fabbrica di birra, progettano una rapina in un'acciaieria. Inizialmente Marc prende parte al piano, ma quando tutto è pronto si tira indietro a causa del coinvolgimento di Patrick nel colpo, lasciando gli inesperti soci a sbrigarsela da soli. A quattro anni di distanza dal basico survival polar "Rincorsa", il cineasta-attore belga Lucas Belvaux torna a cavalcare il genere con sguardo inconfondibilmente politico. Noir sociale se mai ve n'è stato uno, "La ragione del più debole" trae ispirazione da un fatto veramente accaduto a Liegi, di cui Belvaux ha conservato il plateale epilogo stravolgendone le dinamiche e sostituendo ai truands professionisti della realtà un piccolo gruppo di prepensionati e disoccupati di mezza età. L'arrivo al bar "Lacrima Cristi" dell'ex detenuto Marc (Belvaux) accende la miccia ai sogni di riscossa del vecchio Robert (Semal), che, sentendosi defraudato dal trattamento riservatogli dalla fabbrica, intende rivalersi rapinando la cassaforte dell'acciaieria. Robert illustra il suo piano a Marc, che sulle prime tenta di dissuaderlo mettendolo di fronte ai rischi a cui andranno incontro, ma poi, convinto dalla determinazione del vecchio operaio, si lascia coinvolgere. Ex rapinatore di banche in libertà vigilata, Marc deve recarsi a firmare ogni giorno al commissariato di polizia e sgobba al reparto di imbottigliamento in uno stabilimento di birra, dove i ritmi di lavoro somigliano maledettamente a quelli de La classe operaia va in paradiso. Per lui non si tratta di rivalsa o sogno di gloria criminale, ma di una sofferta ricaduta nell'illegalità che è disposto a fronteggiare solo se tutti sono consapevoli dei pericoli e delle eventuali ricadute che il fallimento del colpo potrebbe comportare. Una leggerezza di Robert, che si lascia scappare una parola di troppo mettendo Patrick al corrente del piano, lo obbliga a chiamarsi fuori, salvo interessarsi in extremis all'andamento del colpo. Debolezza fatale che gli assicura il ruolo di capro espiatorio: pur non avendo partecipato direttamente alla rapina, è lui ad addossarsi tutte le colpe ed è lui che le forze dell'ordine perseguono con micidiale accanimento. Diversamente da "Rincorsa", in cui il protagonista rappresentava la mina vagante di un passato ideologizzato in un presente indifferente alla militanza politica, ne "La ragione del più debole" la componente ideologica è superata e risolta in un'ottica di polverizzazione sociale: alla lotta di classe fuori tempo massimo è subentrata la risposta apparentemente meno irragionevole e anacronistica, ma sostanzialmente altrettanto velleitaria e sterile, di tre soggetti socialmente emarginati (uno è sulla sedia a rotelle, l'altro è un prepensionato col vizio della birra, l'altro ancora un disoccupato cronico). L'impresa degli improvvisati criminali segna insomma il punto di non ritorno di un'insoddisfazione sociale non più in grado di pensarsi in scala politica e condannata alla mera sopravvivenza o alla controproducente rappresaglia personale. Su tutto Liegi, grigia e gigantesca fucina di sfruttamento e intossicante rassegnazione: Belvaux la filma nelle sue torri di cemento e nelle sue nervature d'acciaio, assegnando allo sguardo una qualità fredda e disumanizzante. Spesso la macchina da presa panoramica orizzontalmente sul mostruoso profilo della città, carrella sferragliante sulle gru dei depositi e sorvola poliziescamente agglomerati urbani di mortale desolazione: plumbeo e alienante ritratto di una realtà che non fa sconti a nessuno, meno che mai ai deboli. Di enorme suggestione le musiche Riccardo Del Fra, scandite da martellanti sonorità industriali. Presentato in competizione al cinquantanovesimo Festival di Cannes "La ragione del più debole" è un polar sociale di lapidaria, inconcussa bellezza. Maestoso.

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