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Shooter

Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film

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La recensione su Shooter

di Maciknight
7 stelle

Il sergente Swagger (Wahlberg) è un militare in congedo, tiratore scelto (cecchino) in grado di colpire un bersaglio delle dimensioni di un pollice a 1500 mt di distanza. Specialisti in grado di fare altrettanto in pratica non ce ne sono negli USA, e si contano sulle dita quelli che si possono accostare a tali prestazioni. Ideale per assegnargli un incarico per eliminare un personaggio pubblico (se fosse un killer) oppure per carpirgli tutto il know how che possiede e fargli fare pure da capro espiatorio, prendendo due piccioni con una fava. E lui ci casca, l’inganno è ben orchestrato, ma un veterano come lui, per dipiù intelligente, prudente e diffidente, poteva benissimo evitare di cascarci. Superata questa necessaria incongruenza iniziale, poi il film scorre via senza un attimo di sosta, incalzante nel ritmo, inappuntabile nelle scene di azione, conflitti a fuoco, effetti speciali tipo zona di guerra, ordigni di ogni genere e tecnologia bellica e balistica a iosa, senza trascurare alcune trovate geniali con marchingegni ed espedienti utilizzati dai contractors (leggasi mercenari assassini) per eliminare tutti i testimoni e personaggi scomodi, che spiegherebbe plausibilmente il perché negli USA ci siano così tanti suicidi ed incidenti inspiegabili tra i militari e funzionari pubblici che si sono trovati convolti in scandali e missioni delicate. Un’efficacia tale come dispiegamento di mezzi da far sbiadire i migliori film di Swarzy e di Stallone. Della serie non trascurate e sottovalutate i piccoletti apparentemente innocui, il protagonista infatti non ha il fisico dei due palestrati prima menzionati, ma ha altre doti a causa delle quali nessuno dei mercenari che gli metteranno contro, compresi i mandanti, si salveranno, ed il numero dei morti è un conteggio arduo. Non male neppure il dialogo, con alcune battute brevi e pungenti, stile aforisma, e con una discreta valorizzazione del ruolo delle due donne protagoniste del film, seppur con una Rhona Mitra piuttosto defilata in una parte secondaria. L’unica banalizzazione è il tratteggio del senatore americano che nelle semplificazione eccessiva della trama sarebbe il principale responsabile del business da cui sarebbe partito tutto l’arzigogolato arcano, e direi anche l’eccessiva boria, tracotanza, superbia, del duo dei cinici e spietati businessman, oltre al senatore abbiamo infatti un ex colonnello dell’esercito interpretato da uno sbiadito Danny Glover, che si muove come se disponesse di immunità diplomatica ed impunità per investitura divina. Un poco eccessivo per essere credibile. Che nella realtà ci siano simili interessi e personaggi che non esitano ad eliminare il prossimo, anche all’ingrosso,, non ci piove, ma tengono un profilo più basso, non avendo alcun interesse a scoprirsi, per evitare rischi con i mass media e l’opinione pubblica. E poi, se ti fai nemico di uno che ti potrebbe colpire da 1500 metri mimetizzandosi come fosse un cespuglio o una roccia, nessuno dovrebbe dormire sonni tranquilli. Ed infatti il sonno sarà eterno.

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