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Uccidi Django... uccidi per primo!!!

Regia di Sergio Garrone vedi scheda film

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La recensione su Uccidi Django... uccidi per primo!!!

di mm40
2 stelle

Nel vecchio west il banchiere Burton cerca di impadronirsi di un vasto terreno, un po' alla volta, usando qualsiasi metodo. Al suo servizio c'è un manipolo di uomini senza scrupoli, ma il pistolero Johnny, per conto di un proprietario terriero locale, vi si oppone fieramente.

 

Sette film in tre anni: non male il bottino di Sergio Garrone, regista dozzinale e sceneggiatore altrettanto approssimativo, fratello del più noto attore Riccardo; tutte e sette le pellicole girate fra il 1968 e il 1971 sono spaghetti western, oltrettutto. Il che lascia intuire che i lavori siano stati messi in scena e ripresi senza soluzione di continuità o quasi, sfruttando set, costumi e interpreti al massimo delle possibilità. In effetti anche in questo Uccidi Django... Uccidi per primo!!! non brilla di certo la forma; il punto è che neppure la sostanza sembra avere grande fascino. La sceneggiatura firmata da Victor Andrés Catena e da Molteni Ambrogio (!), accreditato così - cognome e nome - nei titoli di testa, segue un canovaccio ormai stantio nel 1971 in cui il film esce, e allo stesso modo l'eroe centrale altro non è se non l'ennesima variante del buono-senza-pietà alla Django, come per l'appunto il titolo suggerisce. Ma, è cosa nota, nel filone i nomi che circolavano erano bene o male sempre quelli: Django, Sartana, Alleluja, Requiescat e via dicendo, senza alcuna parentela fra loro nelle diverse pellicole. In questo modestissimo prodottino spiccano i nomi, nel cast, di Aldo Sambrell, Giacomo Rossi Stuart, George Wang, Krista Nell, Anthony Steffen (all'anagrafe Antonio De Teffè) e Men Fury (cioè Furio Meniconi), con ruoli marginali anche per Silvio Bagolini e Pietro Tordi. Apprezzabile la colonna sonora di Elsio Mancuso. Garrone uscirà pochi mesi dopo in sala con Quel maledetto giorno della resa dei conti, per prendersi poi una pausa effettivamente smisurata per i suoi ritmi: tre anni, fino al successivo horror La mano che nutre la morte (1974). 2,5/10.

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